“Sta facendo discutere, all’interno dell’ambito portuale Livornese – si legge in una nota a firma Usb Livorno sez. porto – il documento che l’Autorità di Sistema ha deciso di inviare alle imprese operanti nel nostro scalo alle associazioni di categoria datoriale del settore e a Confindustria, in cui sostanzialmente si lancia un forte ‘campanello d’allarme’ in merito alle tariffe applicate dai soggetti armatoriali che operano nel Porto di Livorno. Tutto ciò a fronte di ‘un significativo aumento dei costi gestionali’. Il rischio, secondo l’Autorità di Sistema, è ‘la tenuta strutturale dell’intero settore del lavoro in porto’. Verranno quindi ‘avviati dei tavoli di confronto e di acquisizione di elementi conoscitivi ed informativi’ e si richiede la ‘consueta collaborazione” da parte dei soggetti interessati”.
“Che il sistema di appalto ex art 16 e 17 – continua la nota – costruito negli anni nello scalo Livornese sia in crisi è ormai cosa nota. Questa crisi che precedentemente veniva gestita in maniera ciclica con interventi mirati a ‘salvare’ il soggetto specifico che in quel determinato momento si trovava in difficoltà adesso sta rivelando la sua caratteristica strutturale. La selvaggia concorrenza a ribasso per accaparrarsi contratti con armatori e terminalisti hanno determinato una flessione delle tariffe per i soggetti in appalto. La pandemia prima, la guerra e l’aumento dei costi energetici poi hanno fatto il resto. Tutto ciò mentre gli utili dei soggetti appalti (armatori e terminalisti) sono ritornati ai livelli pre-covid e sono in continuo aumento. Grimaldi Group, la società holding dell’omonimo gruppo armatoriale controllato dalla famiglia Grimaldi che a Livorno detiene una larga fetta di traffici, ha chiuso il bilancio 2021 con un utile netto pari a 80,6 milioni di euro. Per non parlare di Onorato Armatori e Gnv del gruppo MSC, quest’ultimo soggetto detiene il primato mondiale nel settore container. Più in generale il nostro porto è in testa alla classifica in Italia per traffici Ro-Ro e la flotta Ro-pax Italiana risulta essere ancora ai vertici mondiali per tonnellaggio e capacità”.
“In questo sistema – prosegue la nota – a farne le spese sono direttamente i lavoratori. Carichi di lavoro maggiori, straordinari e raddoppi che, in assenza di contratti integrativi degni di questo nome, diventano l’unico modo per guadagnare qualcosa in più a fine mese. Questa situazione incide anche sui livelli di sicurezza e salute a maggior ragione nel momento in cui le stesse società devono fare delle scelte e gli investimenti in questo senso si sono ridotti drasticamente. Non solo non vengono rinnovati i contratti integrativi ma il paradosso è che si sta cercando, a fronte di utili sempre più importanti, a mettere in discussione quelli esistenti. Così come sta succedendo all’interno di ALP.
Questo sistema di appalto colpisce ancora più duramente i lavoratori delle società impegnate in servizi portuali. Quelle autorizzate ex art 16 bis ad esempio. Lavoratori su cui vengono “scaricate” alcune operazioni che in realtà, a nostro avviso, sarebbero da ascrivere all’ambito portuale tout court (con l’applicazione del CCNL unico dei Porti) e che invece vengono svolte da una giungla di soggetti diversi che applicano contratti pirata come il multi servizi o vigilanza privata”.
“Bene che l’Autorità di Sistema abbia finalmente individuato il problema e sia intervenuta intanto con un documento ufficiale – prosegue il comunicato – ma dovranno essere anche e soprattutto i lavoratori a fare la propria parte.
Usb Sez. Porto rilancia con forza la propria piattaforma storica in vista delle mobilitazioni autunnali.
In questa fase di crisi e carovita sempre maggiore servono urgentemente aumenti salariali di almeno il 20/30 %. I lavoratori portuali di tutta Europa hanno iniziato una stagione di importanti scioperi proprio su questo punto.
Superamento del sistema di appalto con la creazione di un polo unico di manodopera nel porto di Livorno. Basta concorrenza a ribasso e tariffe all’osso.
Rinnovo immediato degli integrativi scaduti non più azienda per azienda ma preferibilmente settore per settore.
Basta con la giungla di appalti e subappalti”.
“Chi lavora in ambito portuale – conclude la nota – deve vedersi applicato il CCNL Unico dei Porti. Il sistema delle autocertificazioni (che i soggetti art 16 bis devono firmare quando ottengono l’autorizzazione in cui si impegnano a firmare contratti integrativi per “parificare” le retribuzioni reali rispetto al CCNL dei Porti) non funziona e nessuno si è mai occupato di farlo rispettare.
Installazione di un presidio medico H24 in ambito portuale
Rispetto tassativo dell’ordinanza n° 22 sull’obbligo di comunicare giornalmente gli avviamenti dei lavoratori”.
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