“Dobbiamo ancora una volta denunciare il comportamento dell’Amministratore unico Raphael Rossi assolutamente non rispettoso dei rapporti sindacali – si legge in una nota a firma delle sigle sindacali Fp-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti e Fiadel di Aamps -. Dopo un anno di richieste di dati da parte dei lavoratori e incontri ‘farsa’ tra Amministratore unico e lavoratori veniamo informati dalla stampa che il bilancio di Aamps del 2023 si regge solo se l’impianto, invece di chiudere a ottobre, chiude a dicembre.
Non solo, apprendiamo che la soluzione dell’Amministratore unico per ripianare il budget è, ancora una volta, agire sulle tasche dei lavoratori”.
“Questo scenario è inaccettabile – prosegue la nota – le organizzazioni sindacali vogliono puntualizzare quanto segue:
1) Un amministratore di un’azienda deve perseguire il bene della stessa e non interessi ideologici e deve sapere che se non si rinnova l’autorizzazione l’impianto deve spengere l’interruttore a novembre 2023.
2) Le oo.ss. è da quasi un anno che chiedono i dati in prospettiva perché coscienti della realtà aziendale e quando ormai siamo quasi al punto di non ritorno si scopre che i lavoratori avevano ragione in relazione al 2023, figuriamoci negli anni a venire.
3) Il destino dei 40 lavoratori del termovalorizzatore – per quanto riguarda il mantenimento salariale – non è ancora chiaro.
4) L’internalizzazione di AVR non è solo necessaria ma doverosa sia perchè lo spazzamento è un servizio che fa parte della raccolta dei rifiuti sia per dare dignità a lavoratori che devono sempre fare i conti con stipendi non pagati o accessori non pagati.
Ma questa internalizzazione ha un costo noto da quando abbiamo iniziato a parlarne ed il sindaco ha garantito a questi lavoratori parità di salario con un accordo firmato con le oo.ss.
Ora mettiamo sul tavolo che questa operazione ha un costo di un milione e mezzo e senza inceneritore, nel 2023, potrebbe portare deficit. L’Amministratore unico ha mai esaminato i bilanci in prospettiva? Ha una visione industriale dell’Azienda?
5) La sperimentazione della tariffa puntuale, anche in questo caso doverosa, comporta sicuramente uno sforzo economico per l’Azienda non indifferente. Ci viene spontanea una domanda: come è possibile, in una visione industriale ed economica dell’Azienda, pensare che avviare processi costosi e chiudere l’unica fonte reale di reddito potesse portare ad un bilancio in positivo
6) Nessuna parola sulla internalizzazione dei precari che lavorano per Aamps ormai in pianta stabile da più anni.
Sempre sulla stampa leggiamo che la soluzione l’Amministratore unico l’ha comunque trovata “mettendo sul piatto un recupero di efficienza e nuovi ricavi” (anche in questo caso ribadiamo il comportamento non rispettoso delle organizzazioni sindacali).
Peccato che sul piatto ci siano di nuovo i lavoratori, le persone più deboli, che vedranno il proprio salario mangiato sia dall’inflazione e dalle politiche nazionali che da chi non ha saputo governare un’azienda solida, che con il sacrificio dei lavoratori e la propria dotazione impiantistica è riuscita a venire fuori da un concordato ignobile.
Per quanto ci riguarda il tempo è finito, la pazienza ha un limite, le organizzazioni sindacali devono essere consultate quando si decide del destino dei lavoratori”.
“Per questo – conclude la nota – proclamiamo un nuovo stato di agitazione a partire da lunedì 9 gennaio con un primo sciopero per l’intera giornata lavorativa indetto per lunedì 23 gennaio”.
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