Un passato a Livorno, Hamdi Fathel, l’uomo trovato carbonizzato a Piombino il 20 novembre. Il tunisino sarebbe stato ucciso da Marco Longo, guardia giurata 33enne di Piombino. Il vigilantes avrebbe tolto la vita al tunisino per il furto del cellulare. Gli agenti e i carabinieri, con un bliz congiunto, lo hanno bloccato mentre si trovava in un centro estetico a Venturina, per avere la certezza che il giovane fosse disarmato.
Secondo quanto emerge dalle indagini, sembrerebbe che l’assassino abbia agito da solo, ad amici avrebbe confessato i particolari del delitto, perché non riusciva più a vivere con quel rimorso. Davanti agli inquirenti ha poi confessato di aver sparato due colpi di pistola al petto del tunisino mentre era in piedi, e poi uno alla testa, trapassando il cranio della vittima. Longo ha poi potuto recuperare il proiettile facendolo sparire dal luogo del delitto. La versione del reo confesso, corrisponde agli esami della Tac che il medico legale ha effettuato sul cadavere.
Nel corso dell’interrogatorio, il 33enne ha inoltre confessato di aver posato due monete da 20 centesimi sugli occhi del tunisino, con l’intento di depistare le indagini. L’uomo non ha saputo dare spiegazioni per quale motivo ha legato la vittima al letto.
Compiuto l’omicidio, ha poi riferito al pm di aver cercato e trovato nell’appartamento del tunisino il suo telefonino, del quale si era impossessato Hamdi Fathel, movente che avrebbe fatto scaturire la rabbia omicida, dopodiche avrebbe deciso di dar fuoco all’appartamento al fine di far dispedere le proprie tracce.
Probabilmente ci sono ancora particolari da chiarire – riferiscono gli inquirenti – le indagini infatti proseguono per verificare l’ipotesi di coinvolgimento di terze persone.
di Viola Orsini @riproduzione riservata 25/11/17
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