Secondo il dizionario di Italiano un enigma è una persona o cosa difficile da definirsi, spiegarsi o comprendere e questa sembra la definizione esatta della situazione del Livorno calcio. Il tempo passa e Berta non si marita… diceva un vecchio detto relativamente ad una cosa che sembrava sempre sul punto di avvenire ma non avveniva mai. A ben ragione la cosa si potrebbe applicare alla vicenda del cambio societario del Livorno calcio, annunciato, strombazzato da giornali, televisioni e siti web ma che poi in pratica non avviene e si tratta della seconda volta in pochi mesi. Il perché è difficile capirlo, la volta precedente, contrariamente ad altre situazioni similari abbiano avuto una parte (quella desiderosa di vendere) che non perdeva occasione per elogiare l’altra parte (quella che avrebbe dovuto comprare) nonostante si fossero sollevate perplessità sulla reale consistenza delle sue risorse economiche e poi abbiamo visto come è finita la cosa. Purtroppo la parte 2, il sequel di questo film mal riuscito, ricalca in peggio la parte 1 con un continuo balletto che sconcerta i tifosi, con rimandi da un giorno all’altro, da un’ora all’altra. E’ ovvio che alla mente vengono tutte le volte in cui in precedenza l’attuale presidenza aveva fatto saltare il banco quando c’era chi la tirava un po’ troppo per le lunghe o non offriva le garanzie richieste (che è poi la stessa cosa). Dunque la domanda principale è: cosa c’è di diverso in queste trattative perché continuino così a lungo? Indubbiamente sono momenti difficili per tutto ciò che accade ed obiettivamente anche per la situazione del Livorno, ma i ritardi erano cominciati subito, nel precedente tentativo dal 5 Febbraio si era arrivati a Marzo senza sostanziali progressi e poi con la scusa del Covid 19 a Giugno; se non fosse intervenuta la Polizia Olandese saremmo forse ancora ad aspettare la caparra? Un’altra cosa che non si comprende sono le continue stravaganti dichiarazioni dell’attuale presidenza, che ha più volte dichiarato l’intenzione di “dare le chiavi al sindaco a fine campionato” qualora la cessione non si concretizzi, limite spostato al 31 Agosto, ma siamo sempre nell’ambito di una trattativa che definire anomala è poco. Le ultime dichiarazioni del presidente, fatte al Corriere dello Sport, davano la cessione al fantomatico spagnolo residente in Svizzera effettuata, con tanto di bonifico versato, salvo poi rendersi conto che invece di 864.000 franchi svizzeri (equivalenti a circa 800.000 Euro) ne sono stati versati 10 volte meno, questione di virgole….
Qualche riflessione a questo punto va fatta. Innanzitutto sulla cifra che era di 500.000 col precedente acquirente (compresi i terreni di Fauglia) e che adesso è salita ad 800.000 (senza i terreni di Fauglia). Dunque la differenza si è detto dovuta alla fidejussione anticipata per l’iscrizione al Campionato di Serie C, notizia poi rivelatasi sbagliata. Chissà perché un proprietario uscente dovrebbe accollarsi l’iscrizione al prossimo campionato della squadra che cede per poi chiederne il rimborso.
Ma la cosa che non si comprende è questo continuo ‘fidarsi’ di una controparte che si è ridotta a trucchetti da baraccone per dilazionare il pagamento con spiegazioni che lasciano di stucco, fatte trapelare ad organi di stampa compiacenti, nell’ordine:
- Il bonifico si vorrebbe fare al momento della firma per evitare rialzi (!)
- Il bonifico è stato fatto ma non è arrivato per tempi tecnici
- Il bonifico è stato fatto ma è stato sbagliato l’IBAN
- C’è stato un errore materiale nell’invio del bonifico nel posizionamento della virgola dell’ammontare (!)
Ovvio che queste giustificazioni fanno ridere, bisogna però parlare prima di un aspetto, che pare sottaciuto dai media che si occupano della vicenda; è stato scritto e detto, sia la volta precedente che questa, che per evitare malintesi e, sostanzialmente il fallimento della trattativa, bisognava rispettare il patto di riservatezza in atto tra le parti. Bene, ma scusate, chi è che può sapere che un bonifico non è arrivato, o è arrivato sbagliato o che ne è stata inviata copia all’altra parte se non le parti stesse? Chi è che viola il patto di riservatezza facendo uscire queste voci, se non una (od entrambe) le parti?
La domanda principe comunque resta ed è racchiusa in una sola parola: perché?
Perché emeriti sconosciuti come imprenditori si avvicinano con l’intento di acquisire la società amaranto, non essendo dell’ambiente (nessuno conosceva il libano-olandese e nessuno conosce lo spagnolo-svizzero nel mondo del calcio) soprattutto non avendo dimostrato di avere le possibilità non tanto di acquistare ma poi di mantenere una società di calcio che, più o meno, dovrebbe costare sui 300.000 E al mese? (tralasciamo cose tipo “ama talmente il Livorno che se potesse dormirebbe allo stadio” lette sul primo pretendente, per carità di patria).
Ma, soprattutto, perché un imprenditore navigato come l’attuale presidente del Livorno si presta a farsi prendere per il naso da costoro, avallandone la consistenza e allungando la trattativa fino al limite dell’assurdo, quando in passato aveva concluso simili trattative (anche con persone dalla consistenza provata come l’attuale presidente della Ternana Bandecchi) in molto meno tempo?
Tutte le elucubrazioni possibili ed immaginabili sono state fatte, senza però trovare risposte attendibili, d’altronde un presidente che non si rende conto dell’immagine negativa che ricade sul proprio gruppo dalle prestazioni e dai risultati della squadra di cui è proprietario e sponsor (il nome sulla maglia è quello) potrebbe anche non essere, diciamo così, al 100% delle sue facoltà, ma vista la pervicacia nell’insistere nelle sue decisioni, potrebbe anche essere che chi di dovere in famiglia lo faccia continuare fin quando, come dice un detto livornese, anche la testa più dura avrà trovato il suo scoglio…..
1 Comment
Luigi
6 Agosto 2020 at 22:11Siamo la barzelletta d’Italia. Grazie.