Oggi alle 17.30 alla Galleria Le Stanze (via Roma 92/a) a Livorno, si terrà l’evento “Danteingalleria – canti sparsi”, secondo appuntamento del ciclo di quattro, ideato da Giacomo Romano che abbiamo ascoltato:
Il ciclo di appuntamenti ha il Patrocinio del Comune di Livorno ed è svolto in collaborazione con l’Associazione Culturale Giosuè Borsi.
Parlare della Commedia di Dante Alighieri è un po’ come indagare intorno all’origine, alla fonte stessa della nostra cultura, non solo italiana ma di tutto il mondo occidentale. Riflettere sulle nostre radici significa averne cura. Riconnettersi con il passato è necessario per essere artefici del nostro futuro ma, affinché ciò possa accadere, bisogna uscire dalla selva oscura a cui sempre più assomiglia questa nostra contemporaneità.
Un dialogo aperto sulla commedia per familiarizzare con la Commedia stessa, riappropriarcene: questo è il progetto che la Galleria Le Stanze intende condividere con il pubblico, negli ambienti stessi della galleria e con le opere pittoriche del novecento toscano che costituiranno la suggestiva scenografia di queste conversazioni.
L’incontro di sabato 18 tratterà il decimo Canto dell’Inferno: è il Canto degli Eretici, i seguaci di Epicuro che l’anima col corpo morta fanno, è conosciuto come il canto di Farinata degli Uberti. In realtà Farinata è certamente il personaggio preminente di tutto il canto, ma è forse più esatto affermare che attorno a lui, a questo “magnanimo” si costruisca tutto il complesso mosaico della composizione poetica: dallo stato di attesa del pellegrino Dante fino al suo smarrimento, alla figura di Cavalcante Cavalcanti dietro al cui dramma di padre preoccupato per la sorte del figlio Guido, aleggia il disdegno di Guido stesso che è fonte di ulteriori e complesse ripercussioni nell’animo del poeta.
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