“Si avrà un mancato assorbimento di circa 50 quintali all’anno di anidride carbonica – affermano Cecilia Giorgetti e Paola Ascani Consigliere nazionali Lipu -È stato dimostrato recentemente che il Covid si lega alle polveri sottili, e al tempo stesso era già noto che gli alberi sono molto efficaci nella rimozione del particolato atmosferico. Se consideriamo l’attuale periodo di emergenza sanitaria, e più in generale i livelli di inquinamento(per i cui sforamenti l’Italia è stata recentemente condannata dalla Corte di giustizia europea), dovremmo far di tutto per mantenere il maggior numero di piante.
Gli alberi sono vere e proprie bombole di ossigeno, vale a dire i nostri migliori alleati per contrastare il cambiamento climatico e ridurre l’inquinamento. Quelli più grandi (con chiome folte e ampie) hanno più foglie che producono ossigeno attraverso la fotosintesi e immagazzinano anidride carbonica e polveri sottili”.
“Purtroppo nelle progettazioni questa sensibilità è ancora assente: come esempio citiamo la distruzione della siepe di oleandro che era sullo spartitraffico lungo il viale Petrarca, ma soprattutto l’abbattimento di decine di platani, che potevano essere risparmiati con una sistemazione della viabilità leggermente diversa. Tutto questo peggiorerà la qualità dell’aria e il microclima lungo l’asse viario più trafficato della città, e di conseguenza anche la salute di chi ci abita e frequenta la zona, considerando che le ricerche scientifiche hanno dimostrato una maggiore incidenza delle patologie in chi vive presso strade a forte intensità di traffico (questo abbattimento di alberi produrrà un mancato assorbimento di anidride carbonica di 48 quintali/anno e di 2,3 kg di polveri sottili/anno)”.
“Neppure la manutenzione del verde rispetta le buone pratiche, guardando alle potature come quelle dei pini in piazza Matteotti e alla Villa Fabbricotti, e delle tamerici ai Tre Ponti e sul lungomare, che vengono condotte con tecniche scorrette (quali la capitozzatura), senza rispettare lo stesso Regolamento comunale sul verde urbano, e oggi anche quanto prescritto dal Decreto Ministeriale sui criteri minimi ambientali (CAM). Il discorso vale anche per le siepi, in merito alle quali i ricercatori hanno stabilito che – per essere efficaci contro l’inquinamento – dovrebbero essere alte almeno 2 metri. Invece vengono potate a 1 metro di altezza.
Inoltre a Livorno il consumo di suolo non si è ancora fermato, e questo riguarda sia le nuove costruzioni (soprattutto nelle periferie) ma anche una ulteriore densificazione del tessuto urbano, con piazze coperte da lastricati impermeabili, e qualsiasi spazio aperto che viene asfaltato, cementificato o costruito in qualche modo (secondo i dati Ispra, a Livorno solo nell’ultimo anno sono finiti sotto al cemento più di 5 ettari) – concludono le Consigliere nazionali della Lipu –“.
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