“L’ultima ‘isola’ di natura che era miracolosamente sopravvissuta nei decenni, nel cuore di Livorno, è stata saccheggiata in una mezza giornata – fa registrare il responsabile nazionale Ecologia urbana della Lipu Marco Dinetti – Parliamo di quella che poteva diventare l’oasi urbana degli orti di Via Goito, dove gli esperti botanici hanno censito oltre 200 specie di piante, e gli ornitologi più di 30 specie di uccelli nidificanti, tra cui diverse rare e minacciate.
Con la scusa di prendere le misure (che potevano essere eseguite con metodi non invasivi), sono entrati con le ruspe fino al cuore del boschetto, ai piedi di alberi secolari di alaterno (pianta mediterranea) di dimensioni che non si trovano neppure nelle colline e nei boschi fuori dall’area urbana, ed il cui valore è stato sottolineato nel giugno 2016 anche da un parere scritto dall’ex Corpo Forestale dello Stato (oggi Carabinieri Forestali).
Si è iniziato a eliminare tutto il sottobosco, che agli occhi di queste persone è soltanto “sporco” e piante infestanti, con un procedere privo di qualsiasi sensibilità naturalistica ed ecologica.
E ciò nonostante che l’amministrazione comunale avesse scritto, in una decisione dello scorso dicembre, che tra gli elementi caratterizzanti della progettazione per quest’area c’è la ‘conservazione della struttura vegetale preesistente’. Vi è pure da ricordare che nel programma elettorale della giunta veniva proposto ‘Incremento e salvaguardia delle zone con vegetazione, ovvero le zone non ancora edificate all’interno del tessuto urbano che presentano valenze ecologiche…’.
Ma di cosa stiamo parlando? Cosa viene inteso per vegetazione preesistente?
Tutto ciò sta avvenendo dopo decenni di cementificazione selvaggia su molte centinaia di ettari, effettuata sotto le amministrazioni che si sono succedute, che ha distrutto gli spazi aperti e verdi che esistevano (Banditella, Magrignano, Nuovo centro, Porta a Terra, Viale Boccaccio, e via dicendo).
A quanto pare, non si poteva accogliere la proposta della Lipu e di altre associazioni ed enti nel campo ambientale, di conservare le poche centinaia di metri quadrati di quello che è stato definito “l’ultimo scrigno di biodiversità nel cuore di Livorno”, il cui valore ecologico è stato rappresentato negli ultimi mesi attraverso convegni, manifestazioni e pubblicazioni scientifiche.
E allora vorrà dire che l’ultima testimonianza che resta dell’ambiente precedente alla città, sarà immolata per far sorgere dei “soliti” palazzi, come se Livorno avesse bisogno di nuovi edifici, e non della riqualificazione di aree dismesse e di quartieri già esistenti.
C’è di bello che forse si continuerà a ripetere pubblicamente che si sta portando avanti la scelta del consumo di suolo zero!
Pertanto, l’usignolo, l’upupa, il picchio verde, l’occhiocotto e buona parte delle specie faunistiche che nel boschetto di Via Goito trovavano un ultimo habitat, allietandoci con i loro canti e colori, molto probabilmente resteranno un triste ricordo del passato.
Ricordiamo infine che nelle prossime settimane inizierà la nidificazione degli uccelli, e che la distruzione di un nido è un reato penale ai sensi della Legge nazionale 157/92, e questo vale per qualsiasi alberatura o area verde pubblica e privata della città, così come per i boschi e gli altri ambienti”.
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