“Arpat e Goletta Verde – si legge in una nota a firma Barbara La Comba (Livorno Civica) – ci informano costantemente sull’inquinamento delle foci dei fiumi in provincia di Livorno. Ma anche l’apporto inquinante delle navi deve essere monitorato, a partire da quello dei fumi rilasciati in porto, fino agli scarichi delle navi, temi per i quali le norme marittime appaiono troppo spesso inadeguate ai nuovi standard richiesti dall’Europa.
Lungo le coste del nostro territorio, le industrie, spesso alla ricerca di una riconversione, stanno lasciando cicatrici ambientali che non devono essere solo monitorate, ma oggetto di importanti e strategici interventi di risanamento. E poi gli effetti sul mare delle aree urbane. Per quanto oggi il loro impatto sul sistema idrico sia stato ridotto dalla presenza di grandi depuratori, questo è ancora troppo pesante per l’ecosistema della costa. Il mare riceve tutto il carico inquinante delle città, soprattutto quando la pioggia lava strade e canali, ma non potrà continuare per sempre a ricevere di tutto rimanendo comunque bello, pulito e pieno di vita, come piace a tutti vederlo”.
“È tempo di agire – prosegue la nota -. Le navi devono rispettare regolamentazioni più rigide ed adottare tecnologie di trattamento avanzate. Le infrastrutture urbane devono contribuire a ridurre l’impatto ambientale delle città e le aziende devono essere sostenute dalle istituzioni per adeguarsi al rispetto di normative ambientali giustamente sempre più stringenti.
‘Collaborazione’ è la parola chiave. Autorità portuali, armatori, amministrazioni imprenditori e tutte le parti interessate devono cooperare per stabilire obiettivi e piani concreti, e perché questo sia possibile la sensibilizzazione della comunità è essenziale.
All’interno di un quadro condiviso, istituzioni scientifiche come ISPRA, ARPAT, CNR, Università insieme a collaboratori chiave come Comuni costieri, Regione Toscana, grandi aziende pubbliche di servizi e industrie, possono essere motore di soluzioni, anche organizzative, per progettare un futuro migliore, basato su nuovo patto con i cittadini, che il mare lo vivono.
Il tempo stringe, il nostro mare ha dato tanto. Ora è il momento di proteggerlo. Solo con coraggio ed un grande lavoro possiamo garantire che il ‘Mare Nostrum’ rimanga bello e incontaminato per le generazioni future. La consapevolezza è fondamentale, ma sono le azioni che fanno e faranno la differenza”.
“Per questo – continua la nota – vogliamo aprire un tavolo permanente di confronto su specifiche linee strategiche, chiamando la politica tutta a responsabilizzarsi su questi temi cruciali, qui declinati in 8 punti chiave.
1. Impegno di tutte le istituzioni per la riduzione dell’inquinamento delle navi, sia da scarichi che da emissioni, anche attraverso una maggiore collaborazione internazionale per l’individuazione di strategie e norme comuni di gestione per un minor impatto del traffico marittimo.
2. Miglioramento della gestione delle acque piovane nelle zone urbanizzate attraverso lo sviluppo di infrastrutture più sostenibili, da prevedere in tutti gli strumenti urbanistici, compresi i piani strutturali.
3. Impegno per una più efficace collaborazione tra Autorità Portuale, armatori e città portuali, per sostenere l’infrastrutturazione di sistemi di gestione più sostenibili lungo la costa e nei porti, a partire dai piani energetici.
4. Sensibilizzazione e partecipazione pubblica non solo alle buone pratiche, ma anche alla corretta gestione dei rifiuti lungo le coste.
5. Più investimenti in ricerca, monitoraggio ambientale e iniziative di divulgazione scientifica che abbiano al centro il mare.
6. Impegno alla conservazione della biodiversità e più risorse per le aree marine protette o di pregio.
7. Impegno per una pesca sempre più sostenibile, anche con politiche di ripopolamento delle specie.
8. Lotta all’erosione delle coste, anche alla luce dell’estremizzazione dei fenomeni atmosferici straordinari e dell’innalzamento dei livelli del mare”.
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