di Sandro Lulli >>> CARRARA. Mi è rimasta impressa negli occhi, ma soprattutto nel cuore, quella scena finale che ha visto gli amaranto andare ad abbracciare il Capitano: sono corsi da questo ragazzo di trentadue anni che quattro giorni prima ha perso il padre, Mario, stroncato improvvisamente da un infarto a soli 62, lo hanno circondato e baciato. E lui, Andrea Luci da Piombino, che non solo ha voluto essere della partita ma di questa è stato pure il migliore, ha sorriso, quasi impacciato perché una manifestazione d’affetto così proprio non se l’aspettava.
CARTOLINA. Eccola, è questa la cartolina che raggiunge Livorno dallo stadio dei Marmi, insieme a un’altra vittoria esterna – la quinta – che parla di un gruppo fantastico, di una squadra forte anche se abituata a complicarsi un po’ la vita; una squadra che ha qualità in ognuno dei tre reparti ma non ancora quel cinismo che sottolineerebbe ancor di più i suoi tratti da leader del campionato con ormai già in tasca il titolo di campione d’inverno che ha lasciato il Pisa (che deve ancora riposare) a dieci punti perché ieri i nerazzurri sono stati sconfitti (3-2) in casa dall’Arezzo.
SPRINT. Una partita, questa a Carrara giocata sotto la pioggia e con un freddo che penetrava nelle ossa, nata in discesa e terminata un po’ in salita perché dapprima il Livorno nel giro di appena 5’ s’è trovato in vantaggio di due reti dopo una prodezza di Vantaggiato (innescato benissimo da Maiorino) e un tiro di Franco mandato in porta da Cason (in maniera sciagurata), mentre nella ripresa un rigore di gran classe di un bravissimo Tavano (pallonetto, roba da piedi raffinati) e poi il tiro beffa di Bentivegna, proprio allo scadere dei 4’ di recupero, avrebbe potuto far rialzare la testa alla volitiva e ben assemblata compagine apuana di Silvio Baldini se proprio dopo l’intervallo non fosse arrivata la terza rete di Pirrello, abile a battere Moschin con un colpo di testa ravvicinato.
ORRICO. Tant’è che Corrado Orrico, seduto in tribuna centrale, solito sigaro tra le labbra, all’inizio della ripresa ci aveva confidato: “Se la Carrarese riesce a segnare subito una rete la partita si riapre…”. Ed aveva ragione, era anche il mio timore. Invece è stato il Livorno, al 4’, a fare il terzo gol, appunto con Pirrello, ed in pratica a chiudere la contesa.
PROBLEMI. Però arrivare al termine è stato più arduo di quanto si potesse immaginare perché gli inserimenti operati da Sottil non hanno funzionato: lui aveva visto giusto perché con Murilo (per Valiani) e poi Perez, Ponce e Baumgartner (per Doumbia, Vantaggiato e Maiorino) era chiaro l’intento di andare a fare una squadra da ripartenze, e anche di allentare la pressione della Carrarese. Ma nessuno dei quattro neo entrati ha convinto: Murillo indisponente e sprecone; Perez, Ponce e Baum non pervenuti, impalpabili. Il Livorno così ha perso copertura e capacità offensiva: ecco qual è la pecca di giornata. Questi ragazzi dovranno cambiare mentalità.
ULTIMATUM. Il tecnico, nel dopopartita, pur senza infierire, ha puntato l’indice proprio su coloro che sono subentrati e incapaci di calarsi nella partita e quindi incidere. E sembra un ultimatum in vista del mercato invernale
DEDICA. Ma anche dal tecnico è arrivata un’altra cartolina: la dedica della vittoria ad Andrea Luci. Eh, sì, signori: questo è il Livorno. Grande cuore, genio e ancora poco cinismo: ma per ora va bene così. Anzi, va benissimo. Anche il derby è solo un ricordo: soprattutto per il Pisa che contro l’Arezzo il 3-2 l’ha subito. Salutiamo la capolista mentre dietro le squadre sembrano già tutte più piccole. Perché lontanissime.
Lascia un commento