La comunità portuale labronica si presenta al completo al Fruit Logistica. Molti i contatti raccolti nella tre giorni berlinese. La Cold Chain è ormai una reatà.
Non solo un progetto ma un modello organizzativo in grado di adattarsi sempre di più ai continui cambiamenti e alle nuove sfide della transizione sostenibile, della trasformazione digitale e dell’integrazione di sistema.
A due anni di distanza dalla partecipazione alla precedente edizione del Fruit Logistica, e dopo la lunga parentesi pandemica, il porto di Livorno si ripresenta a Berlino con la sua Cold Chain e con un approccio di management trasversale, che consente agli attori della catena del freddo di integrare i propri processi di business per fornire prodotti, servizi ed informazioni senza alcuna interruzione.
Il Terminal darsena Toscana (Tdt), con più di 890 prese per lo stoccaggio dei container refrigerati, di cui 70 in area di ispezione ; il Temrinal Livorno Reefer (LR), sul canale industriale, che si estende su una superficie di 11mila mq; l’interporto Vespucci, che ospita 4.500 metri quadrati di magazzini frigo per l’ortofrutta, più altri 2000 mq dedicati al prodotto fresco e surgelato.
Sono questi gli asset che la comunità portuale livornese ha messo in vetrina in uno degli eventi più importanti nel settore del commercio internazionale dei prodotti freschi ortofrutticoli. Pezzi di porto ma anche di valore aggiunto che gli operatori, sotto la regia dell’AdSP dell’Alto Tirreno, hanno saputo mettere a sistema grazie all’attivazione di relazioni commerciali solide.
Molte le relazioni commerciali avviate, come testimoniano le parole del presidente dell’Interporto Vespucci, Rocco Nastasi: «Il bilancio della fiera è stato sicuramente positivo, molteplici i contatti raccolti nella tre giorni berlinese. Lo stand è stato curato nei minimi dettagli e abbiamo avuto la possibilità di presentarci come un cluster integrato ad operatori e potenziali clienti, cui abbiamo potuto presentare il nuovo magazzino dedicato ai prodotti surgelati».
Soddisfatto anche il direttore commerciale di TDT, Beppe Caleo, che ha parlato delle grandi opportunità di crescita per Livorno in un mercato che sta vivendo un momento delicato: «I problemi di congestione che hanno colpito i porti del Nord Europa hanno provocato pesanti strozzature nelle filiere distributive del prodotto del fresco, spingendo molti esportatori ed importatori a chiedersi se Livorno non possa diventare un hub di riferimento per la distribuzione dei prodotti ortofrutticoli e surgelati in area mitteleuropea» ha detto.
Caleo ha sottolineato come dal 2019 ad oggi sia complessivamente aumentata la percentuale dei container refeer movimentati: se tre anni fa, i contenitori refrigerati movimentati da TDT rappresentavano il 9,5% degli oltre 210.000 container pieni totalizzati, oggi sono l’11% del totale. «In termini assoluti siamo quasi tornati ai livelli prepandemici – ha concluso Caleo ,- è un dato significativo che ci fan ben sperare sulla crescita di questo business».
E fanno ben sperare per il futuro anche gli oltre 6000 container frigo movimentati dal Terminal Livorno Reefer: «A Livorno, il settore dell’ortofrutticolo ha trovato nel miglioramento del sistema di logistica integrata un nuovo traguardo di qualità» ha detto il presidente di LR, Enzo Raugei, parlando della fiera di Berlino come di una esperienza positiva.
«Adesso dobbiamo puntare a implementare ulteriormente la cold chain, facilitando ad esempio, attraverso il Tuscan Port Community System, l’integrazione dei servizi di controllo doganale. Il prossimo step? La creazione di una piattaforma web nel quale Livorno possa presentare le potenzialità della logistica del freddo».
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