Sarà, ma io a quelli che dicono di non guardare la classifica ci credo poco. Domenica è stato naturale gettare uno sguardo ai parziali delle altre partite durante l’intervallo di Livorno-Tau: la Pianese a Montespaccato vinceva per una rete a zero e un sorprendente Ostia Mare stava battendo l’Arezzo con un clamoroso 3 a 0, risultati rimasti invariati fino al termine della gare. Ovvio che il Livorno dovesse mantenere il risultato per rimanersi in scia, soprattutto se il tuo avversario viaggia nei piani bassi della classifica. Settimana particolare per i nostri ragazzi, l’esonero di Collacchioni e l’arrivo di Vincenzo Esposito, una squadra a cui serviva un cambio di rotta forte e immediato per provare a rimanere agganciati alla testa della classifica. Doveva succedere domenica ma così non è stato; in campo un Livorno inedito (di nuovo) con Maresca nel ruolo di trequartista dietro a Frati e Rodriguez, di nuovo titolare dopo qualche prestazione non troppo convincente.
Durante il primo tempo ci è sembrato di vivere una sorta di déjà-vu, con una squadra poco convincente sia dal punto di vista tecnico che caratteriale. Non prendiamoci in giro; in serie D si corre, sul pallone bisogna arrivare per primi e gli amaranto in questo aspetto hanno lasciato molto a desiderare. Ci sono dei limiti, evidenti, che non credo lo stesso Esposito avrebbe potuto colmare in pochi giorni. E probabilmente non lo farà nemmeno successivamente, a queste condizioni. Il secondo tempo il Livorno ha tirato fuori qualcosa di più e lo dimostrano le occasioni da goal avute. E sprecate aggiungerei. Ma comunque create, ribadisco, a differenza di altre volte. Stavolta però ci vuole continuità, e il fatto che solo a sprazzi il Livorno riesca a dimostrare il suo valore conferma ancora di più il nostro posto in classifica.
In queste ultime settimane ho sentito molte critiche sollevate nei confronti della difesa; l’assenza di Russo si è fatta sentire domenica e sul secondo goal ci sono stati degli evidenti errori. Ma non staremmo qui a parlarne se Cretella avesse mandato in rete l’assist servitogli da Torromino, che a sua volta si è trovato fra i piedi la palla della vittoria in diverse occasioni. Colpevolizzare degli errori fatti nelle retrovie per giustificare le evidenti mancanze che ci sono in attacco ( e aggiungerei quindi a anche a centrocampo) mi sembra profondamente sbagliato.
Domenica Andrea Luci ha tenuto più che ha potuto le redini della squadra, con un possesso palla che si sarà aggirato intorno al 70% rispetto ai suoi compagni di squadra che si suddividono il restante 30. Lui sì che ha fatto il lavoro sporco, sempre attento e presente, un faro in mezzo al campo ma spesso l’ho visto solo, alzava gli occhi e aveva difficoltà a impostare un disegno di gioco.
Le fasce si sono ritrovate scoperte in più di un’occasione e la fluidità del gioco ne ha risentito.
Plauso al capitano, migliore in campo domenica e giocatore fondamentale in questa squadra.
A breve aprirà il mercato, e si deve assolutamente intervenire. Ormai i punti deboli di questa squadra sono chiari a tutti e il nuovo Mister lo è stato altrettanto nelle sue parole durante la conferenza stampa di presentazione: “A me non interessa più allenare tanto per allenare, ma per dare e ricevere qualcosa di importante”. Della serie: non si deve scendere in campo tanto per, ma per dimostrare il proprio valore, sempre.
Agnese Gaglio
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