Torna a Livorno, al Teatro Goldoni, venerdì 8 e sabato 9 marzo, Medì, confronto internazionale che avrà al centro i temi della pace, della memoria, del disarmo, la voce delle donne.
Livorno è aperta, un abbraccio disteso sulla costa tirrenica, una città da sempre senza mura e senza ghetto. Un luogo ideale e simbolico per Medì, il convegno internazionale delle città del Mediterraneo, promosso dalla Comunità di Sant’Egidio insieme a tutte le istituzioni cittadine, civili, religiose e culturali. Per aprire uno spazio di incontro e di dialogo nell’epoca dello scontro e del mutismo bellico.
L’apertura l’8 marzo alle 17.00 con la speciale partecipazione di Andrea Riccardi, storico e fondatore di Sant’Egidio che ha accompagnato il processo di avvicinamento delle società civili, iniziato con Medì, sin dal suo esordio. Interverranno il presidente della Regione Eugenio Giani e il sindaco di Livorno Luca Salvetti.
Sulla Memoria, dimensione culturale ineliminabile per edificare, in tutti i sensi, una città si confronteranno i politologi Cengiz Aktar di Istanbul e Nadia Marzouki di Tunisi, alle prese con realtà che vogliono riscrivere la propria identità e missione, con Pascal Luongo che a Marsiglia ha riportato alla luce la rappresaglia del Porto vecchio e costruito su di essa un’azione collettiva molto originale, Ahmed Maher di Alessandria d’Egitto, la città mitica degli europei d’oltremare e Jaume Munoz Jofre, giovanissimo direttore del Patrimonio storico e culturale della città di Barcellona.
Un omaggio particolare alle donne del Mediterraneo. Con una conferenza a loro dedicata. La loro voce, i loro volti, si affacceranno sulla splendida location del Goldoni grazie ai racconti di Delia Buonomo che a Ventimiglia ha salvato l’umanità della sua città nel piccolo Caffè Hobbit, di Philippa Kempson che con la sua famiglia a Lesbo ha letteralmente raccolto dalle acque i piccoli “Mosè” in fuga dalle guerre di ogni dove, e di Helena Maleno che ha fatto delle memorie e delle ingiustizie della frontiera sud occidentale del Mediterraneo (come non ricordare la tragedia di Melilla del 2022) la battaglia della propria vita.
E poi c’è Corinne Vella, sorella della giornalista Dafne Caruana Galizia uccisa a Malta e Barbara Bonciani che porta a Medì “il porto delle donne” e la speciale presenza delle donne che a Livorno lavorano nel porto.
La città diventa poi narrazione, racconto vicendevole e immagine del futuro che si vuole, grazie alla seria vivacità della penna di Pietro Spirito, giornalista e scrittore triestino, alla poesia di Tatjana Gromaca di Pola, all’ironia di Marco Gasperetti e all’energia cortese di Chiraz Gafsia, che a Tunisi è una delle giovani esponenti della nascente architettura sociale.
“Le città vogliono vivere e dire la loro in questo tempo violento – spiegano gli organizzatori – Barcellona, Marsiglia, Genova, Cagliari, Napoli, Palermo, Catania, Siracusa, Trieste, Salonicco, Smirne, Istanbul, Beirut, Haifa, Tel Aviv, Alessandria, Tunisi, Tangeri, Malta, Lesbo, Lampedusa si riuniscono ormai da dieci anni a Livorno. Hanno qualcosa da dire, hanno molto da raccontare. Questi incontri vogliono ascoltare la loro voce. E fugare con l’amicizia, armi e fantasmi dell’inimicizia”.
Livorno, con le sue braccia distese sul mare, accoglie le città amiche nel suo spazio libero: qualcuna arriva per la prima volta, per altre è come un ritorno a casa. Dieci anni di “Medì” non sono pochi: nel volto familiare di un estraneo, l’un e l’altro vede il futuro che sarà, nonostante tutto, per le persone del Mediterraneo.
L’ingresso al Teatro Goldoni per i due giorni è libero e gratuito.
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In occasione di Medì al Teatro Goldoni sarà allestita la mostra fotografica “Il Porto delle Donne. Le donne nel settore portuale e marittimo, perché no?” realizzata dall’Amministrazione comunale in collaborazione con l’Associazione Internazionale RETE, l’Università di Pisa e il CNR Iris
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