Con una lettera indirizzata alla presidenza del consiglio, il presidente dell’associazione 10 Aprile-Familiari Vittime Moby Prince Onlus Luchino Chessa, e il vice presidente dell’associazione 140 Familiari vittime Moby Prince Nicola Rosetti, scrivono a Mario Draghi: “Le chiediamo di ricordarsi in futuro della strage del Moby Prince e inoltre di impegnarsi a far desegretare eventuali documenti che potrebbero essere utili per comprendere cosa è avvenuto realmente nel porto Livorno la notte del 10 aprile 1991 e tutti i successivi tentativi di interferenza, manomissione ed omissione. Le chiediamo anche di appoggiare con forza la Commissione parlamentare che sta muovendo i suoi passi alla ricerca della verità”.
Le associazioni che riuniscono i parenti delle 140 vittime della tragedia del traghetto della Navarma andato a fuoco nella rada del porto di Livorno dopo la collisione con la petroliera Agip Abruzzo, non desistono nel portare avanti qualsiasi iniziativa che li conduca alla ricerca della verità sulla tragedia della notte del 10 aprile 1991. “Indagini e processi avevano portato alla costruzione di una verità di comodo – si legge ancora nella lettera – è servita una Commissione parlamentare di inchiesta del Senato della Repubblica Italiana della scorsa legislatura per ribaltare le verità processuali, evidenziando che la nebbia non era presente, che i passeggeri e i membri dell’equipaggio del traghetto hanno vissuto molte ore e che era palese che nessuno aveva prestato soccorso al Moby Prince ..…”.
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