“Dopo un anno di attesa siamo riusciti a parlare del quartiere Venezia in Consiglio comunale – si legge in una nota a firma Gruppo consiliare Movimento 5 Stelle – Pare incredibile, ma è passato esattamente un anno solare da quando abbiamo depositato una mozione con proposte per affrontare le problematiche di questo quartiere. Dopo varie promesse del PD e nonostante tutto ciò che è accaduto nel frattempo in quel quartiere, non abbiamo mai avuto la possibilità di parlarne in una commissione, pur richiesta più e più volte nel corso dei mesi. Abbiamo quindi presentato delle modifiche per attualizzare il testo e chiesto di poterne parlare in Consiglio”.
“Finalmente giovedì – continua la nota – dopo ben 5 ore di discussione e la presentazione di numerosi emendamenti da parte di PD, BL, Casa Livorno, Fratelli d’Italia e Lega, la maggioranza ha deciso di approvare il nostro atto (pur con delle modifiche che noi abbiamo accettato), ma bocciando tutti gli emendamenti delle altre opposizioni. Se avessimo avuto modo di parlarne prima in una commissione dedicata, la discussione in Consiglio comunale sarebbe stata molto più semplice e agevole, ma tant’è. Quello che conta è il risultato”.
“L’atto approvato – prosegue la nota – ha il fine di trovare un accordo fra le esigenze dei residenti, dei commercianti e dei giovani frequentatori della Venezia, attraverso un Protocollo per la gestione della movida da sottoscrivere con Prefettura, associazioni di categoria, comitati dei residenti, CCN Venezia e altri locali interessati. Pensiamo ad un accordo che possa unire e non dividere, diversamente da quello che la politica di governo della città ha rischiato di fare negli ultimi mesi”.
“In questo patto si dovrà porre la massima attenzione al rispetto delle normative acustiche e sulla quiete pubblica, come sottolineato più volte dai residenti, con un doveroso riferimento ai regolamenti esistenti. Nella mozione ci sono poi proposte per una diversa e più sostenibile gestione dei rifiuti, per l’installazione di nuovi servizi igienici, ma anche idee per trovare nuovi spazi di divertimento per i ragazzi, al di fuori del quartiere Venezia”.
“Infine abbiamo proposto e ottenuto di ascoltare i rappresentanti dei residenti, del CCN Venezia, delle associazioni di categoria e delle associazioni che si occupano di politiche giovanili, in apposite sedute della Sesta commissione consiliare per discutere sulle azioni intraprese e da intraprendere per il miglioramento della qualità di vita nel quartiere Venezia, monitorarne lo stato di attuazione e i risultati”.
“Nella discussione di ieri ci dispiace che siano state bocciate dalla maggioranza alcune nostre proposte ulteriori per una Ztl estesa a tutta la Venezia e per dare dei rimborsi o degli sgravi ai commercianti danneggiati dall’ordinanza del sindaco”.
“Dispiace che sia stato bocciato dalla maggioranza anche l’emendamento di Buongiorno Livorno che indicava delle ulteriori prospettive per il rilancio del quartiere e che noi abbiamo votato favorevolmente. Ci dispiace inoltre che il centrodestra non abbia accettato la proposta di suddividere il proprio emendamento in tre distinte parti, in modo da consentirci di votare favorevolmente due delle loro tre proposte, costringendoci infine ad astenerci. Non ritenevamo infatti giusto che fosse solo la polizia municipale a dover sostanzialmente intervenire nel quartiere, senza citare la polizia di stato e le altre forze dell’ordine. Gli agenti della PM sono già stati lasciati praticamente soli a gestire il controllo dell’ordinanza di Salvetti e non ci sembrava corretto continuare a procedere su una strada analoga”.
“La mozione è stata infine approvata con 21 voti favorevoli (i nostri, quelli della maggioranza e quelli di BL). Avremmo preferito arrivare all’unanimità, ma intanto pensiamo che sia stato fatto un passo avanti. D’ora in avanti – conclude la nota – monitoreremo l’attuazione di tutti gli impegni richiesti dal Consiglio comunale alla Giunta e lo faremo con i nostri concittadini che dovranno essere invitati ad esprimere il loro importante punto di vista anche nelle sedi istituzionali”.
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