Domani alle ore 18 il Livorno sarà ospite del Chievo per la ventiseiesima giornata di Serie B. L’atmosfera al Bentegodi sarà senza dubbio surreale visto che si giocherà a porte chiuse a causa dell’emergenza coronavirus, che ha indotto le istituzioni ad applicare la stessa decisione per altre tre gare di B e 5 di Serie A. Per la cadetteria le partite da disputare senza pubblico sono Entella-Crotone, Venezia-Cosenza, Cittadella-Cremonese e, appunto, Chievo-Livorno. Mentre nella massima serie i match coinvolti sono Juventus-Inter, Sassuolo-Brescia, Parma-Spal, Milan-Genoa e Udinese-Fiorentina.
Al di là delle polemiche, si tratta di misure di prevenzione per evitare, per quanto possibile, la diffusione del virus. E’ chiaro che a tanti tifosi questa scelta non piace, però è anche vero che la salute viene prima di ogni cosa e l’ipotesi di fermare per una o due settimane i campionati è morta prima di nascere, in quanto i calendari sono fitti anche in vista degli europei.
Il Livorno arriva dalla sconfitta per 0-1, senza arte né parte, di Salerno e ormai non ha più nulla da chiedere ad un campionato finito tristemente a febbraio. Il Chievo invece viene dalla vittoria (1-0) di Pordenone e può ancora ambire al ritorno in Serie A visto che occupa attualmente la settima posizione con 37 punti, a -6 dal Frosinone secondo. Negli 11 precedenti (10 in A e 1 in B, quello dell’andata) padroneggiano i clivensi con ben 10 vittorie e 1 pareggio. Non a caso, insieme allo Spezia, i gialloblu sono ritenuti una vera bestia nera per gli amaranto.
Il primo Chievo-Livorno risale al 29 gennaio 2005 e finì 1-0 con rete di Tiribocchi. Al Bentegodi il Livorno ha segnato solo 2 reti (nelle stagioni 2005/2006 e 2006/2007) entrambe a firma di Cristiano Lucarelli. L’ultima sfida in terra veronese tra le due squadre, è datata 01/12/2013 e terminò 3-0 per i padroni di casa. Se vogliamo farci ulteriormente del male, basta riavvolgere il nastro fino al match d’andata di questa stagione tra Livorno e Chievo. Un clamoroso harakiri degli amaranto che chiusero il primo tempo in vantaggio addirittura 3-0, per poi andare a perdere 3-4. Quella partita fotografa in pieno il campionato del Livorno.
Ora ci si aspetta solo che la squadra provi a lottare, ma non per cercare una disperata salvezza nella quale non crede più nessuno, quantomeno per rispetto ai tifosi e alla maglia che indossano. Perché dovrebbero capire che quella maglia lì pesa, eccome se pesa. E andrebbe portata con orgoglio su ogni campo d’Italia. Ma uno dei più grandi errori di questa stagione è stato proprio allontanare chi poteva trasmettere i valori e il senso d’appartenenza, uno su tutti Igor Protti. Che, ricordiamocelo, due stagioni fa si presentò nello spogliatoio amaranto ad inizio stagione con in mano una fotocopia da distribuire ad ogni calciatore. Era l’inno del Livorno e pretese che tutti lo imparassero. Piccoli ma grandi gesti dai quali magari potremmo ripartire la prossima stagione, chissà. Magari con una nuova proprietà.
di Matteo Brucioni
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