“L’aggressione russa all’Ucraina punta all’idea stessa di Occidente democratico – si legge in una nota a firma on. Stefano Mugnai Vice Capogruppo Coraggio Italia Camera -. La decisione di Putin non dipenda affatto dalla volontà della Russia di impedire che l’Ucraina aderisca alla NATO. Sono anni che le repubbliche baltiche fanno parte dell’Alleanza Atlantica ed Estonia e Lettonia confinano con la Russia: San Pietroburgo, la seconda città russa, la città di Vladimir Putin, dista appena 159 km, 2 ore e mezzo in auto, dalla città di confine estone di Narva.
Solo uno stolto, probabilmente pure in malafede, non può non capire che la ragione dell’azione armata decisa da Putin e’ un’altra. L’incubo di ogni regime dittatoriale e’ da sempre lo stesso: essere rovesciato. Putin non ha problemi ad avere la NATO ai suoi confini in Estonia e Lettonia, ma non può tollerare che un paese così interconnesso con la sua Russia come l’Ucraina possa prosperare nella libertà e nella democrazia. Perché e’ il paragone, è il confronto che frega i dittatori e le autocrazie.
L’Unione Sovietica inviava i carri armati di quello stesso esercito che adesso sta invadendo l’Ucraina, in Ungheria e in Cecoslovacchia (ed anche allora nel nostro paese c’era chi riusciva a giustificare o a sminuire la gravità di quelle decisioni) per impedire che il seme della democrazia attecchisse al di là della cortina di ferro. E l’URSS collassò non perché sconfitta militarmente, ma perché i cittadini sovietici capirono che non era affatto vero che vivevano nel paradiso in terra, e lo capirono quando poterono confrontare ciò che vedevano accadere nei paesi occidentali a ciò che accadeva nelle loro vite. Il confronto…
Noi occidentali di lungo corso, noi che da generazioni beneficiamo dei nostri sistemi democratici e delle libertà, che non ci sono state donate, ma conquistate a costo di enormi sofferenze, quelle che oggi stanno patendo gli ucraini, abbiamo perso la memoria di quanto sia importante la libertà.
E’ giusto, anzi è doveroso riflettere con attenzione su quanti sacrifici noi italiani e noi occidentali dovremo sostenere per le sanzioni da comminare alla Russia, però converrebbe anche riflettere sull’ordine di grandezza molto diverso delle sofferenze che stanno patendo in queste ore i cittadini ucraini per potersi autoderminare verso un orizzonte di libertà e democrazia.
L’eroismo con cui stanno combattendo, per il loro paese, nel cuore della nostra Europa, per non arretrare e per non darla vinta alla prepotenza debbono ridestare dal pigro torpore le coscienze di noi occidentali e in particolare di noi europei. Ogni ora in più di resistenza contro l’aggressione russa è un piccolo miracolo di volontà e coraggio.
Per anni l’Occidente ha ritenuto, sbagliando, di dover esportare la democrazia occidentale a forza di bombe in paesi popolati da persone interessate molto di più ai nostri telefonini di ultima generazione che ai nostri valori. Ebbene, la democrazia non si esporta con la forza, ma con forza va difesa dagli autocrati che vorrebbero convincere il mondo che la nostra civiltà sia ormai avvitata in un’irreversibile spirale di declino – conclude la nota -. Lo dobbiamo al popolo ucraino, ma lo dobbiamo ad ogni essere umano che crede nel valore della libertà”.
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