Sgominato il clan criminale Kasa. I malviventi raffinavano droga a Livorno, in un garage delle Sorgenti dove era stata impiantata una vera e propria raffineria per il confezionamento della sostanza stupefacente. L’organizzazione criminale era un vero e proprio clan di stampo familiare che aveva nei due fratelli Kasa, Skhelzen e Kastriot, i capi indiscussi.
Avevano inondato di droga, eroina e cocaina, la Toscana – da Livorno a Pisa, da Massa a Prato fino a Firenze – e l’Emilia, ove avevano base operativa a Parma. Per conquistare il mercato in Toscana, territorio dove avevano deciso di espandere i propri affari illeciti, i due fratelli avevano creato una base operativa per i loro traffici a Livorno.
In un garage nel quartiere Sorgenti era stata impiantata una vera a propria raffineria per il confezionamento dello stupefacente: all’interno del box lontano da occhi indiscreti la droga durante la notte gli uomini dell’organizzazione armati di frullatore (per polverizzare la sostanza grezza), pressa (per creare i panetti) e sostanza da taglio confezionavano lo stupefacente diretto alle piazze di spaccio di tutta la Toscana.
Al mattino i pusher dell’organizzazione criminale si rifornivano e partivano per le consegne agli spacciatori, nordafricani per lo più, in tutta la Toscana. E così la droga confezionata a Livorno, finiva in piazza della Stazione a Pisa, dove poi veniva spacciata in dosi; oppure finiva a Prato o ancora alimentava il mercato dello spaccio a Carrara. La raffineria consentiva di contenere i costi per la preparazione: la sostanza, infatti, veniva “tagliata” più volte, spesso anche con medicinali di largo consumo o con sostanze anabolizzanti, fino a creare dosi in cui il mix di sostanze psicotrope e sostanze da taglio poteva creare gravi danni ai consumatori.
Una volta raffinata la droga veniva spostata in depositi di stoccaggio che il gruppo criminale aveva nella propria disponibilità: in uno di questi, una cantina di viale Nazario Sauro, nella primavera scorsa dopo un’irruzione, venne rinvenuti 80 kg. di sostanza stupefacente.
Dopo alcuni mesi di indagine ieri la Squadra Mobile di Livorno ha eseguito 9 misure cautelari in carcere disposte dal Gip del Tribunale di Firenze su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia del capoluogo fiorentino. Le misure hanno consentito di sgominare un’organizzazione di chiaro stampo verticistico. Lo stampo dell’organizzazione era di tipo imprenditoriale: i pusher fatti arrivare appositamente dall’Albania venivano stipendiati circa 1.500 euro al mese.
Ai pusher, inoltre, veniva fornito anche un alloggio e i mezzi, auto e/o moto; su cui spostarsi per il proprio lavoro, quasi fossero veri e propri agenti di commercio. L’organizzazione, disponeva di case a Livorno (in una villa in via Calzabigi in cui fu arrestato Klodian Hakballa) e a Pisa (in un appartamento di Porta a Mare fu arrestato nel novembre dello scorso anno Enkel Matraku con oltre due kilogrammi di droga) che prendeva in affitto per ivi alloggiare i “propri dipendenti”. Gli appartamenti monitorati nel corso dell’indagine sono circa una decina e quasi trenta i mezzi a motore che componevano il parco auto del gruppo criminale. Mezzi, appartamenti e pusher venivano cambiati alla prima avvisaglia di un’attenzione delle forze dell’ordine. Nel corso dell’operazione di ieri sono stati sequestrati auto e scooter dell’organizzazione.
Il fatturato del clan si avvicinava molto al fatturato di un clan camorristico: lo dimostrano i sequestri di denaro contante effettuati nel corso dell’indagine e il tenore di vita dei due fratelli Kasa, proprietari in Italia e in Albania di immobili ed esercizi commerciali. L’organizzazione nella sola “piazza” di Livorno fatturava circa 50mila euro a settimana, Skhelzen Kasa ha acquistato due appartamenti a Parma e un bar nella zona di S. Agostino a Pisa riciclando così i proventi del traffico illecito in attività legali. Ma non solo questi paga l’affitto di almeno altri due appartamenti a Livorno per una cifra che si aggira intorno ai 2mila euro e mantiene nel lusso tutta la famiglia, moglie e tre figli, nonché la sorella della moglie. Kastriot Kasa è proprietario di una villa da sogno in Albania e di attività commerciali nel suo paese.
I vertici dell’organizzazione: i promotori e gli ideatori del traffico che si occupavano di imnportare la sostanza in Italia: Shkelzen Kasa, Kastriot Kasa. Gli altri della banda sono Ilirjan Luku, Klodian Hakballa, Rezart Sula, Ervin Sgura, Ervin Keci, Erist Piku, Radebor Karina, Enkel Matraku.
l’indagine ha consentito di risalire anche il flusso di denaro illecito creato dal traffico di droga i proventi dell’ attività venivano spediti in buste chiuse in Albania tramite ignari autisti degli autobus di linea che effettuano il servizio trasporto viaggiatori tra Italia e Albania.
I Kasa chiedevano il favore agli autisti di consegnare una busta chiusa ad un loro parente una volta giunti a destinazione: ma la bista non conteneva una lettera o un documento ma denaro contante che in parte serviva ai genitori e ai parenti dei due fratelli per mantenersi e in parte veniva depositato su conti correnti aperti presso banche albanesi e poi tramite bonifico inviato in Italia sui conti dei fratelli Kasa. Nel corso dell’operazione sono stati sequestrati due conto correnti bancari (un terzo era stato già chiuso dal direttore della banca per sospetto riciclaggio di denaro) e un conto corrente postale. Gli accertamenti patrimoniali sui beni posseduti dall’organizzazione anche per il tramite di prestanome sono ancora in corso e potrebbero portare ad altri soggetti. A dimostrazione della fervente attività criminale dell’organizzazion, nel corso dell’operazione a Parma sono stati arrestati tre pusher in flagranza di detenzione di stupefacente a fini di spaccio. Si tratta di Klajdi Tabaku, Hetem Serani e Flamur Bajrami sopresi con 54 grammi di cocaina suddivisa in 32 dosi e 152 grammi di marjuana. Il denaro sequestrato nel corso dell’operazione ammonta a oltre 50mila euro; la droga sequestrata, invece, è pari a 80 chili. Il giro d’affari dell’organizzazione è stimato in circa mezzo milione di euro l’anno. Segui il VIDEO
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