“Cosa aspetta il Comune di Livorno a ritirare per protesta i suoi tre quadri” autentici di Amedeo Modigliani “dalla mostra di Genova?”, “la richiesta del ritiro delle opere di proprietà del Comune di Livorno dalla mostra di Genova nasce dall’opportunità di prendere posizione” rispetto a chi ha “contribuito a creare un artistucolo parallelo ma molto inferiore al grande livornese squalificando la sua eccelsa arte”. Lo scrive su Fb Carlo Pepi, il collezionista grande esperto di Amedeo Modigliani (1884-1920), che ha lanciato l’allarme sulla presenza di numerosi quadri falsi alla mostra su Modigliani in corso al palazzo Ducale di Genova e che da qualche giorno invita pubblicamente il Comune di Livorno, città natale dell’artista, a ritirare le opere, autentiche, prestate dal suo museo di Villa Mimbelli (Museo Fattori). “Sono un dipinto a olio ‘Paesagggio toscano’ e due disegni, un Nudo fatto con matita su carta e il ritratto di Aristide Sommati su carta intestata dell’antico Caffè Bardi – spiega Pepi – Tre opere vere custodite dalla città di Modigliani che per rispetto non devono stare insieme a tanti falsi”. Anche “la comunità livornese – aggiunge Pepi – dovrebbe prendere atto ufficialmente e prendere posizione per troncare ciò che offende il suo grande concittadino”, “il ritiro sarebbe un segnale forte di disapprovazione a quell’insostenibile comportamento che ancora ha delle propaggini nella mostra” a Genova.
Nogarin: “Per ora non ritiriamo le opere”
“Per il momento il Comune di Livorno non chiederà la restituzione dei tre dipinti di sua proprietà dalla mostra allestita a Genova e dedicata ad Amedeo Modigliani. Quello che chiediamo però, è l’immediato ritiro delle 13 opere sospette e soprattutto che i curatori dell’esposizione facciano chiarezza su come sia potuto accadere questo ‘incidente’. Se ciò non avverrà, saremo costretti a pretendere la restituzione dei nostri dipinti, allo scopo di tutelare l’immagine di Livorno e soprattutto quella di Modì che troppe volte, nel recente passato, è stata compromessa”. Così il sindaco di Livorno, Filippo Nogarin, in una nota sulla mostra di Genova dedicata ad Amedeo Modigliani, dopo la denuncia del collezionista e critico d’arte Carlo Pepi, rilanciata e confermata dal collega francese Marc Restellini, secondo cui alcune opere esposte a Genova e attribuite al pittore livornese sarebbero false. “Pepi è il massimo esperto in Italia del lavoro di Modì, ha avuto ragione nel 1984 a proposito delle famose teste e non ho ragione di credere che stia commettendo un errore in questo caso – continua il sindaco Nogarin -. Se non chiediamo il ritiro immediato delle opere è solo per rispetto del Comune di Genova cui abbiamo concesso il prestito prima e ora concediamo il beneficio del dubbio”. “Ciò che non possiamo accettare, però – conclude -, è che le nostre opere siano accostate a dei falsi: i tre quadri che abbiamo prestato, come ammesso dallo stesso Pepi, sono autentici e noi pretendiamo che questo dato di fatto sia riconosciuto sia dagli organizzatori che da Palazzo Ducale. La linea deve essere molto netta. Da un lato c’è il patrimonio universalmente riconosciuto di un artista e della sua città. Dall’altro c’è chi specula sulla sua figura. Noi abbiamo il dovere di tutelare la produzione di Modigliani da ogni sospetto anche fosse solo velato. Per il resto, attenderemo i risultati delle indagini che le autorità competenti stanno già avviando”.
Nogarin: “Aspettiamo risultati”
“Noi abbiamo il dovere di tutelare la produzione di Modigliani da ogni sospetto anche fosse solo velato. Per il resto, attenderemo i risultati delle indagini che le autorità competenti stanno già avviando”. Anche così il sindaco di Livorno Filippo Nogarin sulla vicenda dei falsi Modigliani alla mostra in corso a Genova. Secondo quanto risulta a Livorno, infatti, dopo la segnalazione pubblica del collezionista ed esperto di Modigliani Carlo Pepi, i carabinieri del Nucleo di tutela del patrimonio artistico di Roma si stanno occupando della questione e starebbero svolgendo accertamenti.
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