Non solo Covid. Hiv, Monkey Pox, Dengue, Zika, West Nile. Sono ormai numerose le malattie infettive che abbiamo imparato a conoscere in questi anni, sia per la pandemia da virus Sars Cov 2, sia per l’interesse che suscitano i singoli casi di malattie tropicali che si registrano anche nella Toscana nord occidentale.
Cambiamenti climatici e una maggiore facilità a spostarsi da un capo all’altro del mondo hanno sicuramente favorito il propagarsi di queste malattie e alla sanità regionale si parano davanti nuove sfide per affrontare le quali, a Livorno, si sono incontrati a congresso infettivologi da tutte le aziende sanitarie toscane, per aggiornarsi e confrontarsi.
Infatti oggi la pandemia è alle spalle e le attività sociali e produttive sono riprese a pieno e i reparti di malattie infettive tornano a gestire tutto lo spettro delle già note patologie causate da virus e batteri, alle quali si deve aggiungere il Covid.
“Il confronto tra colleghi infettivologi è una costante per la nostra professione – dice Spartaco Sani, direttore del Dipartimento malattie infettive dell’Ausl Toscana nord ovest – una pratica consolidata da più di trent’anni, quando la legge regionale 135 del 1990 stabilì risorse apposite per la formazione in infettivologia. All’epoca il problema più grosso era l’Aids, ma poi l’ambito si è allargato a tutte le malattie infettive, fino al Covid”.
“Durante l’incontro di Livorno – prosegue Sani, che è anche direttore del reparto di malattie infettive di Livorno- abbiamo parlato di HIV, dei nuovi farmaci e delle nuove possibilità terapeutiche per curarlo, di Covid, di malattie infettive emergenti, di germi multiresistenti e di infezioni ortopediche. Hanno partecipato, sia in forma di relatori che di discenti, colleghi da tutte le aziende sanitarie della Toscana e ci siamo avvalsi anche del contributo dell’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive “Lazzaro Spallanzani” di Roma grazie alla presenza del dottor Emanuele Nicastri, che allo Spallanzani è direttore della Divisione di Malattie Infettive ad Alta Intensità di Cura.
“Il Covid ci ha insegnato che solo con una risposta sistematica e multidisciplinare possiamo essere pronti ad affrontare la prossima epidemia – dice Nicastri – perché le epidemia esistono da sempre e l’unico dubbio che abbiamo è come, quando e quanto forte colpiranno. Nello specifico del Covid, questa è una malattia il cui andamento è poco prevedibile. La cosa migliore è essere pronti a gestirlo sia nel caso che diventi endemico, come sembra ad oggi, sia nel caso che, occasionalmente, dia luogo a focolai di maggiore aggressività”.
“Comunque – prosegue Nicastri – oggi contro il Covid, oltre ai vaccini come prevenzione, abbiamo a disposizione più farmaci, per esempio antivirali per via orale ed endovenosa che anticorpi monoclonani. L’importante è accedere rapidamente alle cure, in particolare per i pazienti fragili, anziani. Un tampone ai primi sintomi influenzali dà la possibilità di accedere, anche attraverso il medico di famiglia, ad una terapia molto efficace per prevenire potenziali complicanze”.
Il convegno, di cui Spartaco Sani è il responsabile scientifico, si è tenuto nella sala multimediale dei Bagni Pancaldi a Livorno.
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