Il 30 aprile prossimo aprirà il Museo della Città, a completamento del Polo Culturale Bottini dell’Olio nel cuore de La Venezia.
Un ampio percorso espositivo che consentirà di “leggere” la storia di Livorno attraverso i secoli fino ai giorni nostri. Ricchissimo il patrimonio documentativo in mostra, proveniente dalla collezioni civiche conservate nei depositi del Museo “Fattori” e della Biblioteca Labronica “F.D.Guerrazzi”: opere d’arte, fotografie, cimeli, reperti archeologici, installazioni e supporti multimediali che caleranno il visitatore anche in una dimensione ludica per imparare a conoscere meglio la città storica di Livorno e i suoi siti più importanti.
Oggi il Museo della Città è stato presentato in anteprima alla stampa in una conferenza stampa nella sala conferenze della Biblioteca Comunale dei Bottini dell’Olio (piazza del Luogo Pio) con poi la visione attraverso un percorso guidato all’interno del Museo che si trova al piano terra dei Bottini dell’Olio (piano sottostante la Biblioteca).
La conferenza ha visto la partecipazione de Sindaco Filippo Nogarin, di Stella Sorgente, vicesindaco, dell’assessore alla cultura Francesco Belais, dell’assessore ai Lavori Pubblici Alessandro Aurigi e dell’assessore Francesca Martini (con delega ai progetti PIUSS di cui i Bottini dell’Olio fanno parte).
Presenti anche i membri del Coimitato scientifico del progetto museologico e bibliotecario, unitamente a tutti i soggetti che saranno impegnati il 30 aprile prossimo nella festa di inaugurazione del Museo, per la quale sono previste performance teatrali e musicali.
Abbiamo ascoltato l’Ass.alla Cultura Francesco Belais che, insieme all’Ass. Aurigi, ha anche rivelato la prossima apertura al pubblico del Fanale di Livorno:
Il Museo parte dall’archeologia e dai numerosi reperti provenienti dai siti dell’area livornese e pisana: vasellame, bronzi, busti e fibule che testimoniano la forte vitalità di Livorno strettamente connessa allo sviluppo del vicino Portus Pisanus fin dalla prima età del Ferro. Determinante in questa sezione, la preziosa collezione archeologica e numismatica Enrico Chiellini donata al Comune nel 1883 con reperti pregiati che risalgono all’età etrusca e romana . Di forte suggestione anche la parte di archeologia subacquea con anfore e un ceppo d’ancora, tratti dal relitto di Ardenza, scenograficamente allestiti in un “fondale” di sabbia. Di particolare interesse due spazi dedicati al monumento simbolo della città, ovvero il Monumento dei “Quattro Mori” di cui viene esposto un bozzetto in gesso attribuito a Pietro Tacca, e alla Fortezza Vecchia documentata attraverso antiche stampe nelle sue secolari trasformazioni. Il percorso procede con la fondazione di Livorno città, ovvero al progetto del Pentagono di Bernardo Buontalenti che disegnò la città sul finire del XVI secolo secondo una concezione umanistica della città ideale. Del progetto buontalentiano sono in mostra interessanti stampe. È in questo fase della storia di Livorno che si decise, su volere dei Medici, di potenziare l’apparato difensivo con la realizzazione della Fortezza Nuova e di incrementare la popolazione con la promulgazione delle “Leggi Livornine” che faranno di Livorno in pochi anni una città. L’800 è rappresentato da varie stampe che rappresentano le eccellenze architettoniche cittadine realizzate in questo secolo. Sono di questi anni infatti il compimento dell’acquedotto Leopoldino con le grandi Conserve del Cisternone e del Cisternino, il teatro Goldoni, i Casini di Ardenza. Non poteva mancare una sezione dedicata a Pietro Mascagni di cui vengono esposti manoscritti, libretti d’opera, albumine e locandine testimonianza della sua importante produzione.Completano l’allestimento una sezione dedicata a Livorno e il cinema con i manifesti dei numerosi film ambientati in città e che portano la firma di maestri del neorealismo e non solo come Giorgio Ferroni, Lattuada, Comencini. Indimenticabili le scene del “Sorpasso” di Dino Risi e “Le notti bianche” di Luchino Visconti fino ai film più recenti di Paolo Virzì. Un filmato realizzato da Marco Sisi e proiettato in loop proporrà alcuni spezzoni dei film più importanti girati a Livorno a partire da Ben Hur del 1925. A chiudere Livorno in cucina con foto e immagini dei piatti tipici della cucina labronica: dal Cacciucco alle Triglie alla Livornese, dalle baccalà al classico ponce; una vera cucina “fusion” che trae spunti dai suggerimenti di Caterina dei Medici per arrivare alle contaminazioni della cucina francese, inglese, russa, ebraica. Da segnalare nel percorso museale anche gli apparati multimediali costituiti da un tappeto multimediale (una installazione che consentirà ai visitatori di poter interagire con una grande mappa di Livorno disposta sul pavimento e, a seconda della loro posizione, osservare dei brevi filmati che presenteranno alcune illustrazioni d’epoca corrispondenti al punto della mappa sul quale il visitatore si trova in quel momento) e il “Cave”, un ambiente dedicato alla “realtà immersiva”, nel quale il visitatore, grazie alle immagini proiettate su tutti i lati della “stanza” e all’uso di occhiali stereoscopici, si sente parte dello scenario e nella quale si sfrutta il coinvolgimento dato dal meccanismo ludico per imparare a conoscere meglio la città storica di Livorno e i suoi siti più importanti.
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