“A giudicare dalle parole dedicatemi dall’onorevole Romano, il suo pranzo di Pasquetta deve essere stato un po’ indigesto per essere passato così rapidamente dalla colomba pasquale alla civetta – si legge nella nota a firma di Alessandro Perini (Lega) – Per attaccarmi il Deputato cita ‘Il giorno della civetta’, ma dimentica di dire (o forse non sa) che Sciascia, la celebre distinzione tra uomini e quacquaraquà, la mette in bocca proprio a Don Mariano: il boss mafioso del romanzo.
Il tutto per una semplice domanda che mi ponevo: in un momento in cui il Partito Democratico stabilisce addirittura il taglio delle ore di assistenza domiciliare ai disabili e in cui si sospendono le visite oncologiche, è opportuno approfittare di un intervento di chirurgia plastica (buona guarigione) anche per aumentare di due taglie il seno e vantarsene poi pubblicamente?
Invece è opportuno che un Deputato della Repubblica si metta ad usare il gergo di un personaggio letterario mafioso? Cosa direbbe l’on. Romano se qualche suo collega citasse don Vito Corleone o Tony Montana per rispondere alla legittima osservazione di un suo avversario politico? Peraltro conclude la propria dichiarazione con quella che suona decisamente come una velata minaccia. Romano si è forse immaginato una rusticana sfida a duello contro di me per difendere l’onore di una donzella? E meno male che loro sono progressisti!
Infine il ruspante esponente del Partito Democratico torna a parlare dell’aggressione che ho subito e che lui definisce inventata e inesistente, ma per la quale risultano degli iscritti al registro degli indagati. In quella circostanza l’Onorevole dimostrò di trovarsi perfettamente a suo agio nella categoria di uomini di cui parla. Infatti, pur di attaccarmi, non si fece scrupoli nel tenere una conferenza stampa contro una persona invalida al 100% e presa di mira perché mia parente”.
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