Tramagli lunghi 2 km imprigionavano esemplari sotto misura >>>> La guardia costiera ha scoperto e sequestrato quattro reti del tipo tramaglio utilizzate per la pesca illegale di aragoste. Calate in punti diversi, le reti erano tutte prive della prevista segnalazione e non conformi alla normativa vigente. I militari della Capitaneria di porto, ritenendole oltremodo pericolose per la sicurezza della navigazione, hanno proceduto al recupero delle irregolari attrezzature da pesca, bonificando l’area interessata per una libera fruizione dei naviganti.
Nello specifico, le reti recuperate, per una lunghezza complessiva di circa 2 Km e per un valore economico approssimativo di euro 2.000, sono state poste sotto sequestro. Il pescato rinvenuto, oltre a vari tipi di pesci intrappolati tra le maglie delle reti, si caratterizzava per la presenza di 20 esemplari di crostacei – aragoste ed astici (Palinuridae e Homarus gammarus) – per un valore di circa euro 700, perfettamente vitali, di cui alcuni chiaramente sotto la misura minima stabilita per legge, tutti prontamente restituiti al mare nelle stesse zone del rinvenimento.
Giova precisare che il periodo temporale entro cui è vietata la raccolta di aragoste ed astici va dal 1° gennaio al 30 aprile di ogni anno e che la taglia minima, consentita per la loro commercializzazione, è di 9 cm per l’aragosta e 10,5 cm per l’astice (misurata dall’occhio del crostaceo fino al telson). Le reti erano state calate a circa 35 miglia dal porto di Livorno e a oltre 6 miglia ad ovest di Punta Polveraia (versante ovest dell’Isola d’Elba) – tratto di mare ben conosciuto per i suoi ricchi fondali e abbondanza di pesci -. In corso accertamenti nei porti della provincia per individuare i responsabili. I controlli, informa la capitaneria, proseguiranno anche nei prossimi giorni.
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