Un evento simbolico, un segnale importante di rilancio e riqualificazione dell’isola di Pianosa, un’iniziativa che la Regione intende perseguire con determinazione per far conoscere al pubblico quest’angolo incontaminato dell’Arcipelago toscano. A dirlo è il presidente della Regione, che ha partecipato questa mattina all’inaugurazione, in quella che lui definisce come la perla dell’Arcipelago, della Casa dell’agronomo, un edificio di interesse storico e artistico, costruito nell’Ottocento, quando fu istituita sull’isola la colonia penale agricola, dismessa ufficialmente alla fine degli anni ’90.
L’edificio è stato completamente recuperato grazie ad un progetto dell’Ente Parco Nazionale Arcipelago Toscano, cofinanziato dal ministero dell’Ambiente e sarà punto di accoglienza per le attività del Parco, nonchè spazio espositivo dedicato alla storia e alla biodiversità dell’isola.
La sfida, secondo il presidente della Regione, è quella di richiamare investitori pubblici e privati in grado di trasformare Pianosa in un polo di attrazione per un turismo sostenibile, di qualità, limitato, se necessario, anche grazie ad un numero chiuso. Non c’è bisogno di andare alle Seichelles, dice il presidente, per trovare un patrimonio naturalistico di bellezza sconfinata ed è con questa consapevolezza che la Regione intende proporre al pubblico la straordinaria ricchezza dell’isola. E lo farà, come spiega il presidente, anche chiedendo all’agenzia del Demanio un altro immobile, da trasformare in un ostello in grado di ospitare giovani, studenti e partecipanti a convegni che potranno, così, apprezzare appieno le caratteristiche e le peculiarità di questo straordinario patrimonio naturale.
Al taglio del nastro hanno partecipato anche il presidente dell’Ente nazionale Parco dell’Arcipelago Toscano, il sindaco di Campo nell’Elba, rappresentanti di Polizia Penitenziaria, Carabinieri e Guardia di Finanza, la Capitaneria di Porto di Portoferraio, l’associazionismo locale, i familiari discendenti degli ultimi due agronomi che hanno abitato l’edificio, Giacomo Cusmano e Agostino Petri e la studiosa Ilaria Monti che ha curato la ricostruzione storica dell’edificio.
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