Buona notizia per la nostra città una volta tanto a fare notizia non è un brutto fatto di cronaca o di attualità infatti studente diciannovenne dell’istituto Vespucci, Davide Vicari, ha vinto un premio, grazie alla sua poesia “Maceria”, al concorso nazionale indetto dal Rotary Club e intitolato “Bullismo cyberbullismo, quali cause, il come e il perché…”. Per partecipare al concorso bisognava presentare un elaborato scritto, del tipo tema o saggio breve, una foto o un video che avesse come argomento proprio il bullismo. Davide, ha deciso di scrivere una poesia e provare a partecipare a questo concorso.
La poesia è piaciuta talmente tanto che è stato istituito un premio speciale per la stessa, in quanto non era prevista la poesia tra i lavori da presentare. Venerdì 18 marzo si è quindi tenuta a Roma, nella sala d’onore del Comando Generale della Guardia di Finanza, la premiazione dei testi vincitori, tra i quali appunto figurava la poesia di Davide. Era stata annunciata da subito la presenza del ministro dell’istruzione Stefania Giannini, che però non è potuta essere presente ma che ha mandato una lettera con la quale si congratulava con i ragazzi partecipanti e e con quelli premiati.Ecco la poesia “Maceria”, vincitrice del premio:
Un giorno mi svegliai
ed ero forse un po’ diversa,
non ci riflettei mai,
ma la verità era emersa.
Settanta kili a 16 anni
e tutte a sparlar di me,
mentre io finivo in lacrime
e mi creavo danni.
Cinquanta kili a 17 anni.
Meno venti e sorridevo,
ma il pericolo non conoscevo.
Mi preoccupavo di quei tiranni.
A diciotto ero quaranta,
le loro voci rimbombanti
sul corpo mio riguardanti,
e l’anima mia era affranta.
A diciannove… Non c’ero più.
Non mi salvò l’acqua santa
povera madre, adesso canta.
Dalla finestra mi lanciai giù.
Loro mi hanno uccisa
con la loro Cattiveria,
mi chiamavano “maceria”,
da tutti sempre e sol derisa.
Ma adesso riflettete
solo voi potete farlo,
io uccisa per quel tarlo
a cui peso voi darete.
Non piangete per il fatto,
anzi pensatemi soltanto
il giorno in cui mi sarete accanto.
Ma non replicate mai il loro atto.
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