Non si dà pace Giuliano Gallanti per essere rimasto fuori dalla presunta lista ministeriale dei 37 professionisti da cui verranno fuori i nomi dei nuovi presidenti delle autorità portuali. Il numero uno dell’Autority mette sotto accusa il ministro dei trasporti Graziano Delrio, reo di andare contro gli interessi del porto di Livorno, scalo investito da una profonda trasformazione, avviato a seguire un percorso progettato e portato avanti in toto da Giuliano Gallanti e dal suo braccio destro Massimo Provinciali.
Cambiare timone in questa fase delicata, secondo Gallanti, non può far altro che danneggiare la crescita dello scalo. L’avvocato genovese contesta al ministro anche la valutazione dei curriculum. Obiettivamente il curriculum del commissario di palazzo Rosciano è tra i più autorevoli del panorama nazionale: 8 anni alla guida di Genova, 5 a Livorno, 4 anni di presidenza nei porti europei, oltre a riconoscimenti internazionali come l’Ordre Nationale du Merite del presidente della repubblica francese per la cooperazione tra gli scali italiani e francesi. Parla perfettamente inglese e francese; il numero uno dello scalo labronico, rivendica la rinascita del porto dal 2011 ad oggi, con lui in cinque anni di presidenza, i dati di crescita di ogni settore merceologico, sono cresciuti in maniera esponenziale. Oltretutto il fatto di non essere riconfermato va contro l’indirizzo che il ministro stesso sta attuando negli altri porti del paese: per la guida degli scali di Ancona, Taranto e Trieste al momento sono stati proposti tre nomi di presidenti già in carica, nel segno della continuità del lavoro fin qui svolto.
Il ministro ha specificato che la conferma degli attuali vertici di Trieste, Ancona e Taranto, guidate sinora da D’Agostino, Giampieri e Prete, è stata decisa per l’eccellente lavoro svolto e per dare avvio alla nuova governance prevista dalla riforma. Di conseguenza se il ministro non intende riconfermare Gallanti, significherebbe valutare non positivo il lavoro fin qui svolto a palazzo “Rosciano”, il che è semplicemente impossibile visti i risultati conseguiti dalla comunità portuale.
In effetti in questi ultimi anni lo scalo labronico è stato interessato da una serie di interventi, che necessitavano da anni, vedi i vari dragaggi, il nuovo Prp (dopo 50 anni), l’avvio della realizzazione della Darsena Europa e la privatizzazione della Porto 2000.
Qualcosa deve aver fatto riflettere il ministro Del Rio a voler cambiare timone, probabilmente l’età avanzata del commissario (77 anni), o la sua poca disponibilità ad apprezzare consigli ministeriali in alcune situazioni. Non si spiega però l’esclusione del suo braccio destro Massimo Provinciali, dipendente del ministero e in età non pensionabile. Due figure (Gallanti e Provinciali), unite dai valori ideologici della sinistra che fu. Che sia solo una questione politica ? Di certo c’è che se non arriva un timone che sappia proseguire il percorso giusto, si rischia di far perdere del tempo prezioso allo sviluppo del porto.
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