Nelle giornate del 23/24/25 agosto, si sono svolte le assemblee dei lavoratori e delle lavoratrici del Porto di Livorno, con all’ordine del giorno tre temi centrali: Sicurezza, Salute e Salario. “Nel dibattito – si legge in una nota a firma segreterie provinciali Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti – sono emerse ulteriori criticità che si sommano ai temi discussi e fanno emergere l’estrema fragilità del Sistema Portuale. Nell’ambito della sicurezza abbiamo avuto conferma del mancato impiego dei segnalatori, dell’utilizzo compulsivo dello straordinario (fenomeno emerso anche nell’ultimo report sull’applicazione del Provvedimento Num. 22, emanato dall’AdSP), interferenze tra sbarco passeggeri ed imbarco e sbarco dei rotabili.
Sul tema della Salute, come segnalato di frequente dagli RLSS, sono state riscontrate condizioni di clima nei garage dei traghetti Ro-Ro, tali da sospendere le attività. Criticità risolte parzialmente con soluzioni spesso artigianali, ma che non attenuano adeguatamente l’esposizione alle polveri sottili dei portuali. Inoltre, è stato denunciato, ed è semplice da verificare, un alto utilizzo del lavoro notturno; il tutto aggravato dalla iniqua distribuzione tra i lavoratori”.
“In riferimento al Salario – prosegue la nota – è diffusa con sistematicità la pratica del sotto-inquadramento in relazione alle mansioni prevalenti svolte, con il risultato di un’ulteriore compressione salariale. Nello specifico, in alcune realtà, emerge un’alta rotazione del personale in ingresso con contratti a termine che, spirati i termini, vengono sostituiti con altri lavoratori a tempo determinato; tutto questo a detrimento delle professionalità ed incremento del precariato. Nel Porto di Livorno, il precariato ha numerose connotazioni, che non coincidono soltanto con la natura contrattuale, ma spesso con l’organizzazione del lavoro e la conseguente indisponibilità dei tempi di vita. Ulteriore elemento precarizzante è il salario insufficiente.
Per quanto riguarda il Porto di Piombino, oltre alle criticità comuni al Porto di Livorno, soffre delle incertezze di sviluppo e della crisi dell’industria siderurgica. Seppur con specifiche priorità i lavoratori di Piombino stanno attraversando una fase estremamente complicata che deve trovare composizione nella logica di sistema.
Nel dibattito con i lavoratori la questione salariale ha avuto particolare risalto, l’inflazione ha eroso gli aumenti contrattuali riducendo il potere di acquisto a livelli non sostenibili. Considerato che, il Piano dell’Organico Porto ha mostrato la produttività del Sistema Portuale in linea con il resto dei porti nazionali, possiamo affermare che nessuna responsabilità può essere attribuita al lavoro.
Per quanto esposto, allo scopo di recuperare salario e condizioni adeguate di lavoro chiediamo quanto segue:
– aumento del 10% delle retribuzioni base;
– ricognizione ed adeguamento dei livelli retributivi;
– verifica della rotazione dei contratti a tempo determinato e stabilizzazione dei lavoratori precari per mezzo di una campagna di assunzioni con contratti a tempo indeterminato;
- rendere operative le disposizioni sanzionatorie del Provvedimento Num. 22”;
“Le nostre rivendicazioni – continuano i sindacati – trovano ragione nel contesto attuale e sono spinte da quanto sta accadendo a livello globale. Le grandi concentrazioni armatoriali dominano l’economia del mare con imponenti trasferimenti di ricchezza ed è in atto una speculazione nel mercato delle fonti energetiche. Tutto questo, in rilievo plastico, denuncia il fallimento delle economie di mercato. I porti, in quanto beni pubblici e mercati regolati, non possono essere a disposizione dell’armatore di turno che si arricchisce senza lasciare niente al territorio. Il Sistema Portuale livornese, dopo un lento ed inesorabile processo di deindustrializzazione, resta l’unico plesso industriale in grado di produrre e redistribuire ricchezza”.
“Fermi sulle nostre rivendicazioni – conclude la nota – dichiariamo fin da adesso che, se le nostre richieste non saranno ascoltate, abbiamo ricevuto il mandato da parte delle assemblee dei lavoratori a proclamare 10 giorni di sciopero a partire dal 12 settembre 2022”.
Lascia un commento