Nuovo dissidio in porto tra lavoratori e impresa imbarchi-sbarchi rispetto alla disdetta unilaterale di un integrativo, dopo LTM, dove la trattativa si è riaperta e prosegue positivamente, stavolta sono i lavoratori della fratelli Bartoli a rivendicare l’accordo privato, scaduto e non rinnavato.
Da tempo, ai tavoli di trattativa, dirigenza e proprietà della Fratelli Bartoli avevano annunciato l’intenzione di rivedere al ribasso le retribuzioni dei lavoratori, nonostante l’accordo di secondo livello sia ancora regolarmente in vigore “L’accordo integrativo è scaduto e da tempo è aperta la trattativa per il rinnovo – illustra Simone Angella, responsabile delle attività portuali della FilT CGIL di Livorno – ma il vigente accordo è ancora valido, in quanto contiene una clausola che ne prevede l’attuazione fino alla conclusione delle trattative.
L’azienda lamenta perdita di fatturato e ci chiede sacrifici: la crisi però non ha riscontro nei volumi e nei fatti, tanto che la Fratelli Bartoli è costretta a esternalizzare il lavoro”.
Ancora una volta, il mirabolante aumento di lavoro e il positivo trend del porto, decantati dall’Autorità Portuale, vengono smentiti dalle aziende stesse e ai lavoratori non resta che mobilitarsi contro decisioni unilaterali, ritenute inaccettabili “Senza proporci nessuna politica di rilancio – prosegue Angella – l’azienda ha alleggerito gli stipendi, in modo unilaterale e senza alcun preavviso, non lasciandoci altra strada e costrigendoci a proclamare sciopero”.
Il 21 febbraio sarà, dunque, sciopero con presidio davanti ai cancelli dell’azienda e la Filt CGIL annuncia che chiederà la solidarietà di tutti i lavoratori del porto “Non è più possibile sottovalutare tali episodi – conclude la Filt – perciò inizieremo con lo stato di agitazione e, se l’azienda non restituirà ai lavoratori quanto dovuto, il 21 febbraio incroceremo le braccia, chiedendo ai lavoratori del porto provenienti anche da altre aziende sostegno e partecipazione al presidio”.
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