L’Europa si interessa al progetto pilota toscano “Arcipelago pulito”, lanciato a marzo e che vede una cooperativa di pescatori di Livorno impegnata nella raccolta delle plastiche disperse in mare e tirate su dalle reti. L’esperimento, che ambisce a far da apripista e diventare un modello, sarà infatti presentato martedì 26 giugno al Parlamento europeo di Bruxelles, in particolare ai referenti che si occupano di ambiente e trasporti, anche per individuare eventua li forme di finanziamento. A margine dell’evento pubblico, in programma dalle 18 alle 20, l’europarlamentare Simona Bonafè, promotrice dell’iniziativa, e l’assessore alla presidenza della Toscana Vittorio Bugli incontreranno il commissario all’ambiente dell’Unione europea Karmenu Vella. Un incontro con la stampa è previsto alle 17.45, nella sala Asp 3H1. Finora i pescatori, a Livorno come altrove, erano costretti a rigettare in mare quello che tiravano su ma che pesce non era: l’assenza di una norma rendeva infatti quelle plastiche un rifiuto speciale e i pescatori responsabili del loro smaltimento. Una assurdità. Il problema è stato superato con un accordo di sei mesi per dar vita intanto ad un progetto speciale, con sei pescherecci finora impegnati e un contributo specifico ai pescatori per il servizio svolto. Ma l’intesa siglata da Regione, Ministero dell’ambiente, Autorità portuale e Labromare, che della pulizia dello specchio d’acqua davanti al porto si occupa, da Direzione marittima, Legambiente e l’azienda di raccolta di rifiuti Revet – oltre che da Unicoop Firenze, che ha finanziato gli incentivi – ha un ulteriore valore aggiunto che lo rende praticamente unico. E’ il primo infatti ad aver strutturato una vera e propria filiera che va dalla raccolta in mare delle plastiche fino al loro trattamento ed eventuale recupero in un impianto idoneo. I risultati per ora sono incoraggianti. Dicono che il progetto funziona. E l’europarlamentare Bonafè ha annunciato all’inizio di giugno un emendamento alla direttiva sugli impianti portuali di raccolta dei rifiuti delle navi per recepire l’idea alla base dell’esperimento toscano.
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