Ieri pomeriggio a Roma si è svolto l’atteso tavolo di confronto al Ministero dello Sviluppo Economico sul futuro della raffineria Eni. Presenti i viceministri Alessandra Todde e Gilberto Fratin, i vertici di Eni, i rappresentanti nazionali e locali dei sindacati e i territori (Regione Toscana nella persona del Presidente Giani, il Sindaco di Livorno Salvetti e quello di Collesalvetti Antolini), è stato chiesto in maniera decisa ad Eni e al Governo delucidazioni e certezze sul futuro del sito industriale.
Il tavolo ha avuto un esito che può ritenersi positivo. Eni ha confermato in maniera chiara di non volere disimpegnarsi dal sito toscano, proponendo un rilancio dello stesso attraverso un percorso razionale di trasformazione. Livorno in questo percorso, che coincide con una strategia nazionale del gruppo, è al primo posto, e la prospettiva dichiarata è stata quella della riconversione a bioraffineria finalizzata alla produzione di biocarburante idrogenato.
Perché questa strategia risulti sostenibile Eni chiede con grande forza che la produzione, così rinnovata, venga sostenuta da un mercato nazionale adeguatamente indirizzato da chiare scelte di governo, da prendersi nei tempi più rapidi possibili.
In tal senso Eni è pronta, entro l’anno in corso, ad impegnarsi in un primo piccolo ma significativo investimento sull’impianto toscano. I territori sono pronti da subito a sostenere, con scelte adeguate, il progetto.
Se la strategia vedrà tutte le parti al tavolo concordemente impegnate in questo processo, oltre al settore del biocarburante, anche la produzione del biojet per aerei e la produzione di lubrificanti potranno garantire un orizzonte certo all’impianto a partire dai livelli occupazionali. Soddisfazione è stata espressa anche dalle rappresentanze sindacali.
Al termine dell’incontro i sindacati e i territori hanno chiesto di concretizzare le volonà espresse. A tal proposito la V. Min. Todde ha preso impegno nel promuovere un incontro con tutti i ministeri interessati (Mise, Mite, Mef) e l’azienda, a cui far seguire una nuova riunione del tavolo generale capace di dettare i tempi e le scelte in modo che il “caso Livorno” possa diventare una buona pratica ed un modello replicabile. Per noi questo rappresenta la base per poter procedere ad un concreto accordo programmatico che garantisca la salvaguardia e lo sviluppo occupazionale dell’impianto livornese
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