“Abbiamo appreso con dispiacere – si legge in una nota a firma gruppo consiliare M5S – della decisione del Comitato referendario ‘Oltre l’inceneritore’ di sospendere la raccolta delle firme per arrivare al referendum che chiedeva di chiudere l’inceneritore di Aamps (ed intrinsecamente di non volere più inceneritori in città) e di realizzare impianti che permettessero di trattare i rifiuti senza incenerimento.
Sono giorni cupi per la nostra città – prosegue la nota – perché il primo esercizio democratico di un referendum propositivo è stato fatto fallire ancor prima di arrivare al referendum stesso. E non è possibile che un Sindaco consapevole del proprio ruolo si trinceri dietro al fatto che non è lui responsabile se un funzionario del Comune ha consegnato delle schede per la raccolta firme non conformi”.
“La verità è che si vuole impedire ai cittadini livornesi di esprimersi liberamente, non mettendo volutamente il Comitato Referendario in condizione di effettuare una regolare raccolta firme. Il fatto che nessun membro della maggioranza si sia messo a disposizione per autenticare le firme raccolte dai cittadini conferma inequivocabilmente questa intenzione e la reale volontà politica di chi dice una cosa, ma poi, con sotterfugi e giochetti vari, ne fa un’altra andando contro ai principi democratici più elementari.
Eppure la riforma dello Statuto comunale che consente di indire anche referendum propositivi senza quorum, venne approvata da tutti i gruppi politici all’unanimità”.
“Evidentemente la teoria non va d’accordo con la pratica e il concretizzarsi della vera possibilità di arrivare ad un referendum è molto scomoda per alcuni arroganti detentori del potere labronico che, in accordo con alcuni pseudo ambientalisti locali e non, hanno di fatto mistificato il significato della raccolta delle firme raccontando bugie ai cittadini.
Come consiglieri ci eravamo quindi messi a disposizione per autenticare le firme di un referendum che avrebbe portato un importante dibattito in città su questioni dirimenti per il futuro di Livorno. Non comprendere che il nostro (e anche quello di altri consiglieri comunali) è stato, in questa fase, prima di tutto un sostegno ad un esercizio democratico e alla possibilità di libera espressione dei cittadini è per noi sintomo di palese malafede”.
“Questa non è la città che vogliamo, una città dove oggi tutto è pilotato a favore di interessi particolari che da sempre penalizzano Livorno anche appannaggio di altri territori. Dobbiamo ripartire da un sano ambientalismo, scevro da strumentalizzazioni e bulletti da tastiera in salsa green che via social diffondono bugie a profusione e a comando: un ambientalismo che sia basato su quei principi cardine della democrazia, che sono fortemente messi in discussione da questa maggioranza”.
“Denunciamo quindi ad alta voce l’insopportabile bavaglio che si sta tentando di mettere ai livornesi e lo faremo anche chiedendo chiarimenti in consiglio comunale sull’atteggiamento ipocrita dell’amministrazione e di una maggioranza che vorrebbe fare di Livorno una città silente e servile dove non si può mai disturbare il manovratore – conclude la nota –“.
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