Un anno di indagini da parte degli inquirenti per sgominare una rete di spaccio organizzata: schede telefoniche mai intestate ai pusher, corrieri che consegnano muovendosi su biciclette o motorini rubati.
Per intercettare i quattro capi ed arrestarne due (latitanti gli altri), gli uomini della squadra mobile di Livorno, diretta dalla vicequestore Valentina Crispi, hanno pedinato pusher e si sono improvvisati consumatori. La denuncia era partita da una tossicodipendente, che per l’assunzione di una dose di eroina fornita dagli intercettati ha rischiato di perdere la vita.
Per i due tunisini (33 e 23 anni) sono scattati i domiciliari con l’obbligo di indossare il braccialetto elettronico, misura cautelare ordinata dal gip in attesa di processo.
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