Livorno rappresenta la porta a mare della regione. Per chi giunge o parte dal porto labronico, non è certo uno spot positivo per l’immagine della Toscana, respirare, sopratutto in estate, l’odore acre dei liquami trattati dall’impianto di depurazione, localizzato proprio a ridosso delle mura medicee tra Venezia e San Marco.
Delocalizzare l’impianto di depurazione del Rivellino, spostarlo dal centro storico nella zona industriale ed aprire una fase nuova per il rilancio turistico della città, è stato il tema trattato dalla commissione Ambiente, poi votato all’unanimità. Il direttore generale di Ait (Autorità idrica toscana), Alessandro Mazzei, ha parlato di un “intervento complesso”, che necessita di un “importante impegno finanziario” e la cui realizzazione è ipotizzata in tre fasi. La prima, già finanziata, riguarda la realizzazione di un primo lotto per il trattamento dei rifiuti liquidi, dei percolati della discarica e per il trattamento delle acque di falda. La seconda fase prevede il completamento della linea acque del nuovo sito, la terza la delocalizzazione della linea fanghi.
Per arrivare allo spostamento del depuratore, che rappresenterebbe una “grande opportunità dal punto di vista urbanistico e turistico”, la Giunta si impegnerebbe a stipulare un protocollo d’intesa per arrivare ad un programma di dettaglio delle azioni da mettere in campo, compresa una verifica delle coperture finanziarie.
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