“Era palese – si legge in una nota a firma Andrea Romiti (FdI) – che il Comune di Livorno non potesse versare 1 milione e 255 mila euro di soldi pubblici in un paradiso fiscale, facendo di fatto evitare le dovute tasse al curatore della mostra di Modigliani, oltretutto di nazionalità francese e quindi europeo come noi. Adesso a scriverlo è pure l’Agenzia delle Entrate, che ha riconosciuto il Comune di Livorno come evasore fiscale, e chiede circa 800 mila euro per il danno subito alle casse dello Stato”.
“Il Sindaco non solo era stato avvisato prima di effettuare il pagamento da Fratelli d’Italia, ma a gennaio, 2020 a tutela della legalità e della trasparenza, perché trovavo incomprensibile che si potesse pagare soldi pubblici per una prestazione lavorativa oppure professionale in un Paradiso Fiscale, fui costretto a presentare un esposto alla Corte dei Conti e all’Autorità Nazionale Anti-Corruzione”.
“Il fatto maggiormente grave – prosegue la nota – è che questo comportamento tenuto dal Comune di Livorno, se confermato, per la ‘Legge sui reati tributari 2021’ è un reato specifico penale finanziario, così come dispone il Decreto legislativo, 10/03/2000 n° 74, dove all’art. 5., dal titolo ‘Omessa dichiarazione’, al punto 1-bis., viene precisato che è punito con la reclusione da due a cinque anni chiunque non presenta, essendovi obbligato, la dichiarazione di sostituto d’imposta, quando l’ammontare delle ritenute non versate è superiore ad euro cinquantamila. Nel caso di specie per ciascun anno 2019 e 2020, il Comune di Livorno supera la soglia prevista e sembra commettere il fatto reato descritto nella norma fiscale”.
“Salvetti ha agito con spregiudicatezza e con pressappochismo – continua Romiti – annebbiato dalla smania di apparire un grande Sindaco che presenta alla città la mostra di Modigliani nel centenario della scomparsa dell’autore. Ha deliberatamente messo a rischio i soldi pubblici, forse pensando che se fosse andata male, comunque a pagare saremmo stati sempre noi cittadini”.
“La cosa che ulteriormente dispiace è che il Sindaco sapeva di questo accertamento fiscale fin da fine febbraio e non lo aveva detto alla città, continuando a tagliare nastri e sorridere come se nulla fosse. Abbiamo scoperto che potrebbero essere stati commessi dei reati e che siamo debitori verso l’erario di 800.000 euro, solamente perché nell’ultima riunione di Giunta, con i suoi Assessori, ha deliberato di spendere altri soldi pubblici, non affidando il ricorso per tale accertamento fiscale ad un avvocato del Comune, ma ad un avvocato esterno”.
“Se dovesse essere accertato il reato penale, anche se non imputabile al Sindaco ma a qualche dirigente, Salvetti dovrebbe avere il buon gusto di dimettersi; inoltre, rispetto all’accertamento fiscale, se anche questo confermato in sede tributaria, sarebbe giusto che gli 800 mila euro e i soldi all’Avvocato esterno per il ricorso, venissero richiesti a lui. I cittadini non sono colpevoli della sua immaturità amministrativa e non tollereremo che per questo debito fuori bilancio siano tagliati capitoli di spesa per scuole, case popolari, sicurezza e sanità – conclude Andrea Romiti -”.
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