Gli uomini della questura hanno sequestrato un’ingente quantità di beni alimentari: circa 30 tranci di parmigiano, 30 pacchi di caffè Lavazza Oro, numerose confezioni di profumo, shampo, deodorante, varie bottiglie di whisky e altri superalcolici
Nel primo pomeriggio di questo venerdì, le volanti della polizia sono intervenute in piazza XI Maggio per il controllo di un’auto con targa rumena nella quale erano a bordo quattro cittadini anch’essi di nazionalità rumena. All’interno della macchina era stivata un’ingente quantità di generi alimentari e prodotti cosmetici, per la quale nè il conducente nè i passeggeri hanno saputo fornire la provenienza.
La situazione era chiara: non risultando accompagnata da scontrini o da fatture con documentazione di trasporto, la merce con molta probabilità era prevento di furti a supermercati del territorio. Oltretutto essendo raccolta in alcuni cartoni è risultato evidente che era pronta per essere trasportata.
Pertanto i quattro cittadini rumeni sono stati accompagnati presso gli uffici di via Fiume per i necessari accertamenti. Nel frattempo un’altra pattuglia si è recata presso la residenza dei soggetti fermati. Nell’abitazione presso il vano scale, sono stati individuati cinque grossi borsoni contenenti lo stesso tipo di merce.
Gli agenti hanno provveduto a contattare le persone che si trovavano all’interno dell’abitazione: anch’essi cittadini rumeni, i quali inizialmente hanno negato alcun tipo di legame con i borsoni. Hanno poi però dovuto cedere, quando successivamente alcuni condomini li hanno indicati come i proprietari esclusivi della merce.
Le sei persone, tutti di nazionalità rumena (5 uomini e 1 donna) di età compresa tra i 20 e i 30 anni, sono stati indagati in stato di libertà per il reato di ricettazione in concorso.
La questura ha dunque sequestrato la merce, il cui valore è stato stimato intorno ai 2.500 euro. La questura informa che i gestori di supermercati o attività di grande distribuzione, in grado di individuare la loro merce tra quella rinvenuta, potranno contattare la questura di Livorno “ufficio Upgsp” chiamando il 113.
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