La Guardia Costiera ha sequestrato oltre 220 chili di pescato illegale nelle acque dell’arcipelago. I prodotti sono stati rinvenuti a bordo di un peschereccio livornese sorpreso ad operare con una rete a strascico non conforme alla normativa nazionale ed europea, perché dotata di maglie inferiori all’ampiezza minima consentita: un artifizio costruttivo montato attorno al sacco di raccolta capace di arrecare gravi danni alle risorse ittiche e all’ecosistema marino per la potenziale cattura di specie in fase di crescita.
L’unità è stata fermata in mare a circa 7 miglia dalla costa labronica da una motovedetta della Guardia costiera di Livorno che, considerata la presenza a bordo delle reti irregolari, ha dato l’ordine al comandante di rientrare in porto in Darsena Vecchia, dove sono partite indagini più approfondite da parte dei militari, dotati di misuratori elettronici delle maglie degli attrezzi. 25 millimetri di diametro, contro i 50 previsti, questi i risultati delle prove tecniche effettuate. È così scattato il sequestro delle reti ritenute illegali, e anche del pescato. Al comandante dell’imbarcazione, un giovane livornese, è stata inflitta una sanzione di 4.000 euro.
L’ingente quantitativo di pesci, molluschi e crostacei pregiati, tra i quali triglie, naselli, capponi, moscardini, polpi, totani, gamberi, cicale, scampi, sono stati donati, successivamente al sequestro, a diversi enti caritatevoli e da questi distribuiti a famiglie bisognose. I controlli della Capitaneria continueranno anche nei prossimi giorni, intensificandosi a tutto campo in prossimità della stagione estiva a tutela delle risorse del mare. La Capitaneria di porto di Livorno ricorda l’importanza del numero gratuito 1530 per le emergenza in mare, attivo 24 ore su 24 su tutto il territorio nazionale.
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