A provocare l’esplosione del silo contenente acetato di etile nel porto di Livorno potrebbe essere stata una scintilla. Nell’incidente, avvenuto ieri, sono morti Lorenzo Mazzoni, 25 anni, e Nunzio Viola, 53, entrambi impegnati nella fase di scarico della cisterna. L’ipotesi non è stata confermata, anche perché non è stato ancora individuato il possibile innesco della scintilla. Questa potrebbe essere stata causata da un urto o da un cellulare, ma al momento non sono stati trovati indizi sufficienti. Continuano quindi le indagini della Procura che indaga per omicidio plurimo colposo. L’area attorno la cisterna e il camion per lo scarico sono stati sequestrati e lo rimarranno per il tempo necessario alle indagini. Gli accertamenti riguardano anche il rispetto delle norme di sicurezza. Martedì prossimo, intanto, dovrebbe tenersi l’autopsia sui corpi dei due operai morti. Altre due persone coinvolte nell’esplosione Livorno Anche altre due persone sono rimaste coinvolte nell’esplosione di ieri. Si tratta dell’autista del camion che caricava il residuo di acetato di etile e un dipendente della ditta Neri. Il primo non era nel perimetro della deflagazione, il secondo è salvo per una coincidenza: si era infatti allontanato casualmente. Entrambi sarebbero rimasti illesi. Il muro di cemento armato ha contenuto l’esplosione Le conseguenze dell’esplosione potevano essere peggiori, fortunatamente la tenuta dei muri di cemento armato che contengono la cisterna ha bloccato in parte l’onda d’urto. A spiegarlo è la Procura di Livorno che continua le indagini per omicidio colposo. La prima ricostruzione dell’esplosione Livorno La Procura sta effettuando verifiche sulla fase finale delle operazioni di scarico dalla cisterna contenente acetato di etile. Sembra che i due operai si trovassero nei pressi dello scarico del serbatoio, ma non è chiara la loro posizione esatta. I corpi sono stati trovati in punti diversi e gli inquirenti stanno cercando di capire se questo possa essere rilevante per spiegare la dinamica dell’incidente.
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