Nella giornata di venerdi 28 febbraio, il personale della Squadra Mobile (2^ Sezione, Reati contro la persona e reati sessuali), ha dato esecuzione all’ordinanza di applicazione provvisoria della misura di sicurezza della libertà vigilata per anni 1 con l’obbligo di frequentazione dei Servizi di Salute Mentale della ASL territoriale, divieto di avvicinamento alla parte offesa ed a tutti i luoghi da essa frequentati, estesa anche ai familiari, oltre al divieto di comunicare con qualsiasi mezzo con i predetti.
L’indagine ha avuto origine a seguito di numerose denunce sporte da un uomo livornese di anni 48 per atti persecutori posti in essere da una donna, anch’ella livornese e di circa 53 anni. Quest’ultima, a partire dall’anno 2019, con condotte reiterate, aveva molestato il denunciante appostandosi reiteratamente sul luogo di lavoro, seguendolo nei suoi spostamenti anche nel tempo libero, fino al mare, inviando lettere anonime alla coniuge, nelle quali paventava tradimenti coniugali inesistenti e mostrando al denunciante oggetti e bottiglie di plastica contenenti liquidi sospetti, oltre a scrivere frasi nei suoi confronti sui muri del centro, ove l’uomo abita e dove svolge la sua attività lavorativa.
Le condotte persecutorie si concretizzavano infine in continue telefonate moleste sia sulle utenze del luogo di lavoro del malcapitato, che su quelle domestiche, durante le quali la donna paventava di porre in essere comportamenti violenti su tutti i componenti della famiglia, tanto da costringerlo a cambiare, oltre ai numeri telefonici, anche le abitudini di vita.
Il comportamento continuo della donna creava nella parte offesa un grave stato di ansia e di timore, per la propria incolumità e per quella dei familiari.
La patologia mentale cui è affetta l’indagata l’ha resa socialmente pericolosa, tanto da indurre il Tribunale di Livorno ad emettere una misura di sicurezza, imponendole l’obbligo di sottoporsi anche a cure psichiatriche.
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