Dopo un’ingiustificabile aggressione all’esterno del Pala Modigliani, durante una serata di musica nella primavera del 2014, aveva continuato a rendergli la vita impossibile per oltre due anni.
Si conclude con la misura degli arresti domiciliari, eseguiti dai militari della Stazione Carabinieri di Montenero, una lunga parentesi di violenze e prevaricazioni cui A.K., 23enne livornese, aveva costretto, da quel giorno, un coetaneo concittadino, D.M..
In quella circostanza aveva colpito la sua vittima, senza un motivo, con un pugno in pieno volto, costringendola ad un intervento chirurgico a seguito delle fratture riportate alla mandibola.
La conseguente denuncia penale che ne era scaturita aveva probabilmente fatto incrinare qualcosa nella mente dell’aggressore, perché da quel momento costui aveva cominciato a perseguitare ed a minacciare di morte il suo coetaneo, materializzandosi improvvisamente presso i luoghi d’incontro da lui abitualmente frequentati, senza preoccuparsi se questi fosse da solo o in compagnia.
Lo stato di ansia e di paura che ne era derivato, avevano indotto i suoi familiari, il padre ed un fratello maggiore, ad avere un incontro con A.K. per comprenderne le motivazioni: incontro che, però, portava soltanto ad ulteriori aggressioni anche nei loro confronti.
Nessun effetto aveva sortito la misura del divieto di avvicinamento disposta sin da questa estate dalla Procura di Livorno: gli appostamenti e gli atteggiamenti minacciosi non erano cessati.
Il naturale epilogo, dunque, nel provvedimento di aggravamento della misura cautelare, tramutata negli arresti domiciliari avvenuti nella giornata di oggi.
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