Studiare e laurearsi mentre si sta scontando la pena prevista dalla legge. Questa opportunità, avviata in Toscana da oltre venti anni, si rinnova e si potenzia: oggi è stato infatti sottoscritto a Palazzo Strozzi Sacrati, presso la presidenza della Regione Toscana, il nuovo accordo triennale per le attività del Polo Universitario Penitenziario della Toscana.
Grazie a questo patto di collaborazione potrà proseguire la collaborazione esistente tra la Regione, le Università toscane (Atenei di Firenze, Pisa, Siena e Università per stranieri di Siena) e il Prap (Provveditorato regionale dell’amministrazione penitenziaria). La Regione destinerà alle attività del polo un contributo di 120.000 euro.
L’accordo è stato firmato questa mattina, alla presenza del presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, dall’assessora alle politiche sociali Serena Spinelli, dai rettori delle università toscane: Alessandra Petrucci per l’Università degli Studi di Firenze, Tomaso Montanari per l’Università per Stranieri di Siena, Riccardo Zucchi per l’ Università degli Studi di Pisa, e infine Gianluca Navone, come delegato del Rettore Roberto Di Pietra, Università degli Studi di Siena, e dal Provveditorato Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria per la Toscana e l’Umbria rappresentato dal Provveditore Pierpaolo D’Andria.
Presente alla firma anche il Garante dei Diritti dei Detenuti della Toscana Giuseppe Fanfani.
“La firma di oggi – ha commentato il presidente Giani – dà sostanza a un diritto fondamentale, il diritto allo studio, consentendo di poter raggiungere il diploma di laurea anche se si è detenuti. E’ quindi un accordo che riprende in pieno lo spirito della Costituzione italiana. Inoltre questa firma esprime una volta di più la capacità di collaborazione fra la Regione, le Università e l’istituzione carceraria: istituzioni diverse che, con il Polo penitenziario, diventano un soggetto unitario”.
“ Mi preme sottolineare l’importanza di questa intesa sotto il profilo sociale – aggiunge l’assessora regionale alle politiche sociali Serena Spinelli – Grazie alle opportunità offerte dal polo universitario penitenziario, infatti, si possono aprire per il detenuto di oggi nuovi orizzonti di possibilità per il domani, quando avrà terminato di scontare la sua pena. Avere questa prospettiva alimenta di gran lunga le possibilità di reinserimento sociale. Un impegno che si rinnova, dando continuità e rafforzando le attività. Ringrazio per questo tutti i soggetti coinvolti e il Garante regionale dei diritti dei detenuti, che ha condiviso il lavoro di definizione del nuovo accordo”.
Complessivamente la popolazione carceraria in Toscana è composta da oltre 3.000 persone detenute nelle carceri, e da quasi 7.000 in esecuzione esterna.
La possibilità di seguire i corsi universitari è destinata ai detenuti e ai soggetti in esecuzione penale esterna presenti sul territorio della Regione che siano in possesso dei requisiti previsti. Il trend di partecipazione è in costante crescita: nell’ultimo triennio, nonostante le limitazioni imposte dal periodo di emergenza sanitaria, gli immatricolati sono stati oltre 400, con un record di 151 nell’anno accademico 2020-2021.
L’area degli studi di scienze politiche e quella di studi umanistici e della formazione è la più richiesta dagli studenti che negli ultimi anni hanno incrementato la loro presenza anche nelle discipline economiche e nelle scienze naturali, fisiche e matematiche.
Complessivamente nell’ultimo triennio gli studenti hanno sostenuto quasi 850 esami (record di 259 nel 2021) mentre 15 sono stati i laureati, 6 a Firenze e Siena e 3 a Pisa.
Polo Universitario penitenziario, la genesi del percorso e le novità del nuovo accordo
L’esperienza dell’Università per i detenuti è partita a Firenze nel 2000, poi nel 2003 si è allargata Pisa e Siena. Nel 2010 le tre Università si sono consorziate, con il supporto della Regione. Infine nell’ottobre 2017 è stato firmato l’Accordo di Collaborazione tra il Provveditorato Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria, la Regione Toscana e le Università, accordo che ora verrà rinnovato.
Tra le novità del nuovo schema di accordo l’impegno a promuovere la creazione di sale studio e luoghi funzionali ai colloqui con gli studenti negli istituti, e ancora l’impegno a sviluppare un polo bibliotecario universitario che, avvalendosi anche della rete delle biblioteche, valorizzi le esperienze già in essere con l’obiettivo di promuovere la lettura in carcere e di valorizzare le competenze di ricerca informativa.
Infine il nuovo schema di accordo promuove l’organizzazione di attività di comunicazione del progetto formativo, incluso un evento annuale di restituzione delle attività svolte con il coinvolgimento dei direttori degli istituti, degli operatori e degli studenti.
Polo Universitario penitenziario, il rapporto tra università e studenti detenuti
Ogni singola Università organizza e gestisce in autonomia i propri percorsi formativi. Una segreteria regionale, che ha sede presso l’Università di Firenze, svolge un ruolo di coordinamento e supporto. Le Università garantiscono la didattica per tutti i corsi di studio attivati, compatibilmente con le risorse logistiche offerte dai singoli istituti penitenziari, impegnando personale docente e amministrativo secondo le necessita e adottando metodiche formative flessibili.
Si tratta di un incontro particolare, quello tra Università e carcere, dove la prima istituzione è costretta a rivedere completamene la gestione degli spazi e dei tempi. Qui non è l’allievo che si presenta nel luogo e nei tempi definiti dall’istituzione universitaria, bensì è l’Università che si rende disponibile a entrare in contatto con lo studente nei tempi e luoghi stabiliti dall’amministrazione penitenziaria.
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