A distanza di 18 mesi dal tragico incidente alla nave Urania è arrivato il dissequestro da parte della Procura. Il segretario della Port Autority Provinciali: “Presto la rimozione del relitto”.
Il bacino galleggiante Mediterraneo è stato dissequestrato. A distanza di 18 mesi dal tragico incidente sulla nave che costò la vita ad un operaio di 37 anni, la magistratura ha tolto i sigilli alla struttura adibita al ricovero delle navi durante le loro operazioni di riparazione e carenaggio. Il provvedimento è stato notificato il 6 marzo scorso dal pubblico ministero Antonella Tenerani e trasmesso ad Azimut Benetti cinque giorni dopo.
“Siamo contenti – afferma il segretario generale dell’Autorità portuale, Massimo Provinciali – in questo anno e mezzo non siamo mai rimasti fermi. Nei prossimi giorni dovrebbero maturare le condizioni per la rimozione del relitto della nave Urania, e potremo così cominciare a verificare i danni e a gestire le ricadute sui tempi di gara”.
La gara in questione è quella relativa all’affidamento della gestione del comparto dei bacini. La gara di appalto, bandita il 27 marzo del 2015, è sospesa dal giorno dell’incidente, verificatosi il 25 agosto dello stesso anno. Da allora non è passato un solo giorno senza che non sia stato fatto qualcosa per consentire ai periti di svolgere le proprie indagini. Il 15 settembre 2016 il bacino Mediterraneo è stato rimesso in galleggiamento e il 23 settembre 2016 il P.M. ha autorizzato l’apertura dei c.d. “passi d’uomo” per lo svuotamento delle casse di zavorra liquida ancora piene, al fine di portare la platea del bacino al livello della banchina, operazione anche questa già effettuata. Dopo l’effettuazione delle operazioni di pulizia e smaltimento rifiuti è finalmente arrivato il dissequestro.
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