Nuova conferenza stampa per il presidente del Livorno Joel Esciua il quale, anche stavolta, ha stupito una buona parte dei tifosi che si aspettavano di avere qualche nome in più a livello di formazione. Niente da fare, i lavori sono in corso e questo è stato ben illustrato da Raffaele Pinzani, nuovo DS, che ha spiegato i motivi di questo ritardo. Che non è, appunto, un ritardo, ma un modo di fare calcio molto più lungimirante nel tempo.
L’unione sportiva Livorno in questo momento è in fase di costruzione, ed è inutile inserire le braccia quando ancora non è stato completato lo scheletro. Joel Esciua è vergine, in questo mondo. Ma è uomo di cultura, uomo di affari; questo, fa sì che abbia una visione più completa di come si costruisce un’azienda, perché di questo si tratta. La ristrutturazione societaria richiede un certo impegno che non è assolutamente procrastinabile. E se non erro, non erano proprio i tifosi a chiedere un totale, e generale, rinnovamento? Il livornese è allenatore, si dice. Ma ha anche memoria corta. Perché non ricorda le parole che ha proferito a fine campionato.
Dopo un anno costellato di delusioni a livello morale, chiedeva a gran voce qualcosa di nuovo. E ora che sembra averlo, non è contento. O forse è solo impaurito? Il nuovo spaventa. Un modo diverso di fare calcio, più ponderato e meno istintivo, fatto di concretezza e non di amicizie. La maggior parte di noi non ha conoscenze gestionali. Eppure pretendiamo di avanzare pretese. Il dubbio è legittimo, ma sarebbe il caso di aspettare. E intanto fare quadrato intorno alla nostra squadra. Consideriamo le mosse che ha già attuato; un direttore generale esterno dal mondo del calcio ma con grandi competenze a livello amministrativo. E l’inserimento di Renzo Melani, uomo che nella sua vita ha masticato pane e calcio. Ottima la decisione di effettuare un ritiro piuttosto lungo, cosa che potrà permettere alla squadra di amalgamarsi. Perché di squadra si tratta, non di uomini singoli. E l’anno passato, abbiamo proprio peccato di questo.
Si stanno gettando le basi. Che sì, mancavano. A partire da un banale centro in cui allenarsi, che una squadra che ha fatto la serie A avrebbe dovuto già avere. Ci sarebbe molto altro di cui discutere, ma un passo alla volta è quello che serve. Insieme alla fiducia, e alla pazienza. Per citare un famoso scrittore brasiliano, Paulo Coelho: “Ci sono momenti in cui la pazienza, per quanto difficile sia esercitarla, è l’unica maniera per affrontare determinati problemi”. Cosa abbiamo da perdere? Al massimo, tanto da conquistare.
Agnese Gaglio
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