Ammettiamolo. Un po’ avevamo cominciato a crederci. I tre risultati utili consecutivi, ci avevano galvanizzato. Le buone prestazioni della squadra, la rete inviolata e l’aver probabilmente trovato la formazione titolare, avevano dato un’iniezione di fiducia alla squadra (e anche ai tifosi) non da poco. Sul campo del Mobilieri Ponsacco dovevamo trovare la conferma che il Livorno era di nuovo tornato in carica per l’obiettivo principale, la promozione diretta. Perché si sa, il calcio è strano e fino a che la matematica non ci condanna, certezze non ce ne sono. I punti dalla prima sono tanti, ma non troppi; il nostro cammino positivo e qualche inciampo altrui (vedi Pianese sconfitta Domenica dal Terranuova) potevano ancora far sperare in un cambiamento di rotta.
Ma accade che il Livorno non riesce a sconfiggere la maledizione che non la vede vincitrice in trasferta da settembre 2022. E accade, che si ritorna con i piedi per terra e si torna a vedere quelle difficoltà oggettive che sappiamo esistere in questa squadra.
Quella con Il Ponsacco era un banco di prova, e la parola d’ordine era non perdere; e non è accaduto, ma anche il pareggio lascia l’amaro in bocca viste le modalità con cui è arrivato. Certo, non era un campo facile dal punto di vista proprio di manto erboso, e già definirlo così è un’esagerazione viste le condizioni pietose del terreno. Ma se lo erano per noi, lo erano anche per loro. E mi risulta che diverse squadre siano uscite vincitrici dal “pollaio” (soprannome dato al campo proprio dai padroni di casa). Quindi, la scusa regge poco. Più realistico, è appellarsi al fatto che il Livorno ha dovuto contare su numerose assenze, e anche di un certo peso come quelle di Andrea Luci e Simone Greselin, in un settore così delicato come il centrocampo. Manca qualcosa la’ in mezzo, e se ad esso aggiungiamo l’assenza di due calciatori di peso come loro, difficile portare a casa il risultato.
Si torna anche al solito discorso: il Livorno non chiude le sue partite, rimane sul filo del rasoio e questo fino allo scadere del novantesimo può significare perdere due punti. Se non tre. Bene la difesa, Fancelli ormai una garanzia e plauso a Russo che si è fatto trovare pronto nonostante abbia accusato la poca continuità avuta nella guida Esposito. Forse il Livorno aveva bisogno di giocarsela con armi ormai consolidate; i cambi a centrocampo e quindi in un punto così nevralgico (e con poche alternative…) e in un campo difficile non hanno permesso ai nostri di portare a casa la vittoria. Basta parlare di pressione, fa parte del mestiere saperla gestire. E fa parte anche del mestiere giocare ogni partita come fosse una finale, atteggiamento che dobbiamo avere da qui fino alla fine.
Agnese Gaglio
Lascia un commento