“Nelle ultime settimane – si legge in una nota a firma Usb Livorno – i giornali locali abbondano di notizie riguardo alle numerose iniziative organizzate nella nostra città. Concerti, festival, kermesse…
E ancora i quartieri della ‘movida’ che riprendono vita tra ristoranti, bar e locali…. Dentro a questo mondo ci sono centinaia di lavoratori e lavoratrici di cui nessuno parla. Baristi, cuochi, lavapiatti, bagnini, lavoratori del settore spettacolo.
In città oltre che alle feste sta dilagando il lavoro grigio e nero. Dilagano gli stipendi all’osso e lo sfruttamento.
Quando ti va bene ti viene fatto un contratto di due poche ore a settimana e il resto ‘fuori busta’. 30/40 euro per un turno al ristorante di 9 o 10 ore.
Tecnici e operai del settore spettacolo assunti con contratti che nulla hanno a che vedere con quello di riferimento (e quindi senza versamenti Enpals per poter accedere ad eventuali bonus e aiuti).
Dietro a questa vetrina ci sono appunto loro. Ragazzi ragazze, uomini e donne costretti ad accettare, salvo rari casi, queste condizioni di lavoro”.
“In questo contesto – continua la nota – ci tocca anche sentire i soliti imprenditori ‘piagnoni’ che sbraitano contro il reddito di cittadinanza. D’altra parte l’ha detto chiaramente proprio il presidente di Confindustria Bonomi: ‘Il reddito di cittadinanza fa concorrenza con i nostri stipendi’. 500/600 euro di reddito, quando va bene, è quello che sono disposti a pagare questi parassiti.
Non abbiamo ancora sentito una parola da parte del Sindaco e dell’Amministrazione su questo tema. Si pubblicizza solo gli eventi senza mai specificare che la nostra città non può e non deve tollerare forme di lavoro nero e sfruttamento. Magari a partire proprio dalle Società e ditte che si occupano degli allestimenti. Quest’anno verrà utilizzato il contratto nazionale di riferimento dello spettacolo?”.
“Il Comune – prosegue Usb – si può accontentare di riscuotere qualche euro di suolo pubblico o di contributo per Effetto Venezia chiudendo completamente gli occhi se nelle cucine lavorano decine di ragazzi al nero?”.
Usb sostiene la campagna ‘cercasi schiavo’ in tutte le città d’Italia.
“Nel nostro paese – conclude la nota – serve prima di tutto una legge sul salario minimo a 10 euro l’ora per tutti. Una misura contrastata, in egual maniera da imprenditori e sindacati Confederali. Servono maggiori controlli e sanzioni”.
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