Anche a Livorno l’Unione Sindacale di Base ha proclamato sciopero generale per tutte le aziende pubbliche e private per venerdì 26 maggio.
Sciopero che coinvolgerà anche i servizi pubblici e il porto.
Il ritrovo per i lavoratori e le lavoratrici è alle ore 6 alla rotatoria del Ponte Genova tra via Salvatore Orlando e Via Leonardo da Vinci. Successivamente, intorno alle 9:30, si svolgerà una manifestazione.
Di seguito il comunicato di proclamazione:
“Milioni di lavoratori e lavoratrici da trent’anni a questa parte assistono alla riduzione del proprio potere di acquisto di circa il 12 %, come segnala l’Organizzazione Internazionale del Lavoro, (ILO) organismo internazionale che collabora attivamente con Cgil Cisl e Uil. Milioni di lavoratori e lavoratrici subiscono il peggioramento costante delle condizioni di lavoro tra precarietà, flessibilità, aumento della produttività e dei ritmi di lavoro, part time obbligatorio, Jobs Act, licenziamenti indiscriminati, condizioni di sicurezza del lavoro sempre peggiori. Milioni di lavoratori e lavoratrici hanno visto il loro salario fissato, da contratti nazionali firmati troppo benevolmente, al di sotto dei 7 euro lordi l’ora.
Mentre in Francia, Inghilterra e Germania i lavoratori si stanno mobilitando a milioni contro l’ennesima aggressione alle condizioni di vita e di lavoro, per rivendicare più salario e dignità, nel nostro paese continua la vera e propria guerra che da 30 anni a questa parte ci ha portato ad avere le tutele sociali tra le peggiori d’Europa.
Oggi come mai prima i nostri salari sono nuovamente sotto attacco: la crescita smisurata dell’inflazione e l’aumento dei prezzi sta mettendo in ginocchio lavoratrici, lavoratori, pensionate e pensionati. Intere famiglie costrette a decidere se fare la spesa o pagare le bollette, mentre affitti e i mutui aumentano a vista d’occhio.
Ormai è palese che l’inflazione galoppante è colpa delle aziende che trasferiscono l’aumento dei costi sui prezzi di vendita per aumentare i loro profitti.
Nel frattempo in un quadro così drammatico il Governo Meloni opera per ridurre le tutele sociali, per rendere ancora più flessibile il mercato del lavoro e per aumentare le disuguaglianze:
Ø togliere il Reddito di cittadinanza significa infatti creare un esercito lavorativo di riserva pronto a mettersi in competizione con chi lavora alle condizioni peggiori.
Ø Togliere i vincoli sull’appalto significa aumentare il dumping di salario e diritti e abbassare ulteriormente la sicurezza in un Paese che registra la media di 3 morti al giorno sul lavoro.
Ø Riformare il fisco cancellando la progressività fiscale significa tutelare i ricchi e sacrificare i ceti sociali più deboli.
E allora cosa stiamo aspettando? Cosa deve ancora succedere?
Chiediamo subito 300 euro netti di aumento in busta paga! Altro che taglio al cuneo fiscale! I salari si aumentano…aumentando i salari!”
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