Dopo il danno arriva anche la beffa per i 25 lavoratori licenziati. Dalla società MT Logistica/TM/CPM fanno sapere che non hanno i fondi per pagare i trattamenti di fine rapporto. L’Unione Sindacale di Base, portando avanti la propria linea sindacale nazionale, ha deciso di chiedere questi soldi direttamente alla committenza che secondo la sua opinione risulta responsabile in solido per le inadempienze delle ‘proprie’ ditte chiamate a svolgere alcune lavorazioni e non al fondo di garanzia INPS. “In quest’ultimo caso – si legge in una nota a firma Unione Sindacale di Base Settore Logistica – sarebbe come scaricare sulla collettività il costo sociale che andrebbe invece sostenuto da aziende private che accumulano già abbastanza profitti lasciando sul territorio licenziamenti e precarietà”.
“Questi licenziamenti – prosegue la nota – sono il frutto diretto di un sistema che negli anni è stato costruito in tutto l’ambito della logistica. Sistema che vede grandi aziende “scaricare” le proprie responsabilità sulle ditte e cooperative in appalto cercando di raggiungere il massimo profitto (e il massimo ricatto) nei confronti dei lavoratori. Un sistema che i sindacati confederali non hanno mai voluto mettere davvero in discussione e che, ancora una volta rischia di riprodursi.
Come USB ribadiamo la nostra posizione. Fermo restando la necessità dei lavoratori di rientrare al più presto al lavoro arrivando ad una soluzione condivisa, tutti gli ex dipendenti MT dovranno essere reintegrati applicando il contratto nazionale di riferimento e cioè quello della Logistica e dei Trasporti. Contratto – conclude la nota – che, tra l’altro, andrebbe applicato anche a tutti gli operai del piazzale a partire da quelli della Cooperativa CPM”.
“Questi licenziamenti – prosegue la nota – sono il frutto diretto di un sistema che negli anni è stato costruito in tutto l’ambito della logistica. Sistema che vede grandi aziende ‘scaricare’ le proprie responsabilità sulle ditte e cooperative in appalto cercando di raggiungere il massimo profitto (e il massimo ricatto) nei confronti dei lavoratori. Un sistema che i sindacati confederali non hanno mai voluto mettere davvero in discussione e che, ancora una volta rischia di riprodursi. Come USB ribadiamo la nostra posizione. Fermo restando la necessità dei lavoratori di rientrare al più presto al lavoro arrivando ad una soluzione condivisa, tutti gli ex dipendenti MT dovranno essere reintegrati applicando il contratto nazionale di riferimento e cioè quello della Logistica e dei Trasporti. Contratto – conclude la nota – che, tra l’altro, andrebbe applicato anche a tutti gli operai del piazzale a partire da quelli della Cooperativa CPM”.
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