“Abbiamo letto la sentenza – si legge in una nota a firma Potere al Popolo Livorno – emessa giovedì scorso dalla sezione giurisdizionale della Corte dei Conti in merito alle accuse nei confronti dell’ex dirigente del Comune Nencioni di aver creato un danno alle casse comunali.
Premesso che è una sentenza di primo grado e che non riguarda gli aspetti penali che verranno vagliati dall’apposito tribunale, possiamo comunque già fare alcuni commenti riguardo al fatto che avevamo ragione ad indignarci per quanto successo in questi anni.
– Avevamo ragione a giudicare gravissimo l’atteggiamento e l’operato di Nencioni che secondo questa sentenza ha danneggiato il Comune per oltre 900 mila euro, soldi pubblici e di tutti i cittadini che sono stati “regalati” a imprenditori privati che li hanno risparmiati grazie a gravi sottostime di beni comunali svenduti a imprenditori amici.
– Avevamo ragione a giudicare assolutamente inopportuno che un dirigente accusato di aver sottratto soldi al Comune, venisse difeso da un Consigliere Comunale (avvocato Talini, che poi probabilmente si è dimesso in seguito a questo conflitto di interessi).
– Avevamo ragione a chiedere una Commissione di inchiesta che verificasse se e quanti altri beni del Comune fossero stati venduti a prezzi troppo bassi rispetto al loro reale valore di mercato (Commissione affossata e ostacolata sia dal presidente voluto dal Partito Democratico, il leghista Ghiozzi, che dalla stessa maggioranza del PD)”.
“Insomma – prosegue la nota – la condanna a risarcire il Comune emessa in questa prima sentenza per una cifra di circa 600 mila euro a carico di Nencioni (composti da circa il 40% del danno, più 120 mila euro di metà stipendio percepito in 5 anni, più circa 45 mila euro per aver svolto attività libero professionale non autorizzata, oltre a rivalutazioni, interessi ecc), non ci soddisfa, speriamo che si trovino e si condannino anche gli altri beneficiari di questi vantaggi descritti dalla Corte dei Conti, coloro i quali hanno fatto veramente un guadagno alle spalle dei cittadini e che sono i veri beneficiari di questi atti corruttivi descritti in sentenza, principalmente il Podere Loghino e l’area in località Biscottino. Perché non si condannino sempre e solo gli esecutori, ma anche i ‘mandanti’ ”.
“Ci preoccupa – continua la nota – anche questa evidenza dell’accusa riportata nella sentenza: “Secondo la difesa del convenuto, infatti, se, come contestato dalla Procura, gran parte delle condotte sarebbero state poste in essere “alla luce del sole”, nella piena consapevolezza di tutti i dirigenti ed i funzionari del comune, non sarebbe configurabile alcun doloso occultamento, in pratica lo stesso Nencioni e la sua difesa ammettono che tutti sapevano e potevano vedere. La domanda che ci resta è dunque: perché nessuno ha mai denunciato tali pratiche prima dell’ex sindaco Nogarin, sia a livello politico che amministrativo?”
“Aspettiamo di vedere come andrà l’esito del processo penale attualmente in corso, ma riportiamo quanto i giudici contabili hanno scritto riguardo al fatto che il danno per il Comune resta a prescindere che sia stato fatto con rilevanza penale o meno: occorre rimarcare che l’accertamento del giudice contabile, pur potendo avvalersi delle risultanze del procedimento penale, è autonomo rispetto allo stesso, in quanto, anche se il fatto storico è il medesimo, l’obiettivo del presente giudizio – conclude la nota – non è l’accertamento della rilevanza penale delle condotte contestate, quanto la verifica della sussistenza degli elementi costitutivi della responsabilità contabile”.
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