“Una vicenda quella di Giulio che si commenta da sola. La nostra vicinanza al bambino ma soprattutto alla famiglia che deve ogni giorno affrontare pregiudizi e barriere architettoniche materiali e morali”.
È quanto dichiarano congiuntamente EMANUELE TRANCALINI, responsabile nazionale del Progetto Bambini U.N.I.T.A.L.S.I. (Unione Nazionale Italiana Trasporto Ammalati a Lourdes e Santuari Internazionali), e ROBERTO TORELLI, presidente dell’U.N.I.T.A.L.S.I. Toscana, in merito alla vicenda che ieri a Livorno ha visto protagonista Giulio, uno studente di 14 anni che soffre di una forma di autismo e che l’altro giorno, recatosi a scuola, ha scoperto che la sua classe era andata in gita senza che lui sapesse nulla.
“La nostra Associazione – proseguono TRANCALINI e TORELLI – vuole lanciare un segnale di speranza alle tante famiglie che in Italia, alcune nel silenzio, vivono episodi come questo senza potere contare su nessuno. I muri non sono solo quelli che vengono costruiti ultimamente alle frontiere, ma sono anche quelli che isolano una ragazzo solo perché disabile”.
“Il nostro impegno – concludono TRANCALINI e TORELLI – da sempre è quello di mettere al centro di ogni azione la persona umana e i suoi inalienabili diritti per questo auspichiamo che l’episodio di Livorno venga stigmatizzato dalle autorità e soprattutto che la famiglia non venga lasciata sola”.
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