Il Comune di Livorno ha chiesto di costituirsi parte civile nel primo processo su un caso di violenza di genere che verrà celebrato nel 2019 presso il tribunale di Livorno. Ad ufficializzare la scelta, una delibera della giunta comunale approvata nei giorni scorsi, in conseguenza della quale, nella giornata di ieri, l’Avvocatura civica ha presentato al Tribunale l’atto di costituzione di parte civile, con una richiesta simbolica di risarcimento danni di 5mila euro in caso di condanna dell’imputato. Nel corso della prima udienza tenutasi ieri, giovedì 10 gennaio, il giudice ha disposto il rinvio al 28 marzo, data in cui verrà deciso se accogliere o meno la richiesta del Comune.
“Con questa decisione abbiamo voluto mandare un messaggio molto chiaro – spiega la vicesindaca Stella Sorgente, titolare anche della delega alle Pari opportunità -: a Livorno le donne non sono sole. Il Comune, in rappresentanza dell’intera città è al loro fianco ed è pronto a sostenerle anche davanti a un tribunale. Una scelta rivoluzionaria, la prima di questo tipo in Toscana”.
Come si legge all’interno dell’atto di costituzione, i motivi secondo cui il Comune ha diritto di chiedere di essere considerato parte civile in questo tipo di procedimenti, secondo i legali di Palazzo civico sono essenzialmente tre:
Lo statuto comunale indica, tra gli scopi primari, la difesa del principio di uguaglianza e l’attuazione di politiche concrete per le Pari Opportunità;In ogni caso di violenza e abuso sulle donne è configurabile un danno morale arrecato al Comune ed alla collettività che lo stesso rappresenta e tutela, per aver oltraggiato l’obiettivo e, prima ancora, il valore della libertà di autodeterminazione della donna e della pacifica convivenza nell’ambito Comunale;Il Comune nel corso del 2018 ha investito oltre 79mila euro di contributi regionali per l’istituzione di nuovi centri antiviolenza e case rifugio per le donne maltrattate e per la realizzazione di programmi per il contrasto alla violenza di genere. E’ inoltre entrato a far parte della Rete antiviolenza città di Livorno, insieme all’associazione Ippogrifo, alla Polizia di Stato, ai Carabinieri e all’Asl. E soprattutto ha il compito di prendere in carico, attraverso i servizi sociali, le donne che si rivolgono ai centri antiviolenza o al pronto soccorso, attraverso il percorso Codice Rosa.
“Il nostro obiettivo – conclude la vicesindaca Sorgente – è quello di diventare un punto di riferimento per tutte le donne maltrattate che troppo spesso si sentono sole e indifese. Non abbiamo intenzione di limitarci a questo caso specifico, anzi. Se il Tribunale accoglierà la nostra richiesta, potremo ulteriormente intensificare l’azione di prevenzione e tutela delle vittime di violenza”.
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