di Sandro Lulli >>>
Facce da derby e prodezze lontane ma ancora vive nella memoria dei tifosi. E gol, tanti gol che si sono consegnati alla storia. Anzi, che hanno fatto storia dei confronti tra Livorno e Pisa. Uno su tutti? Quello di Miguel Vitulano, addì 22 aprile 1979. A 7’ dal termine di una partita tutto sommato equilibrata, il possente centravanti amaranto lascia partire un forte diagonale e il portiere Ciappi è battuto. All’andata aveva gioito il Pisa con Barbana, adesso è il Livorno a gustarsi il riscatto contro la fortissima squadra nerazzurra lanciata verso la serie B.
Peccato che Miguel Vitulano non ci sia più: un infarto mentre faceva footing sul lungomare lo stroncò a soli 58 anni, otto anni fa, lasciò mogli e tre figlie, i suoi tesori. Storia da raccontare quella di Michele, figlio unico di una famiglia pugliese di Manfredonia in provincia di Foggia. Papà Cosimo e mamma Addolorata negli anni 50 decidono di andare a cercare fortuna in Argentina e portano con loro Michele, appena sei mesi e si stabiliscono a pochi chilometri da Buenos Aires. La famigliola sbarca il lunario con lavori umili. Michele cresce alto e forte. “Un giorno due miei amici – mi raccontò a suo tempo – dovevano fare un provino nel Temperly e io li accompagnai. Ma i dirigenti appena mi vedero più grande dei miei tredici anni mi fecero giocare e mi presero. E da lì…”. E da allora Michele, che ormai tutti chiamavano Miguel, iniziò a farsi apprezzare e finì anche nelle giovani del Boca Junior. Sino a che un giorno lo vede un famoso osservatore che lavorava per l’Inter, Gerardo Sannella, che in nerazzurro aveva già portato Jair e Suarez, che lo propone al Perugia. “Io accettai…”. E così l’emigrante tornò a casa. A Perugia come allenatore trova Costanzo “Lupo” Balleri, poi sostituito da Remondini, poi arriverà Ilario Castagner. Vitulano poi viene ceduto alla Salernitana, sino a che non si fa vivo il Livorno di Corasco Martelli che lo paga novantamila lire con nove assegni da dieci mila lire. Miguel Vitulano rimase incantato dal lungomare livornese, appena lo vide a casa disse: “Qua dobbiamo stabilirci…”.
Così fu. Quattro campionati con la maglia amaranto per 113 presenze e 31 gol, oltre i sei in Coppa Italia rappresentano la sua carriera all’ombra dei Quattro Mori, quando si ritirò nel 1979 restò nel giro della società e si mise anche a fare l’informatore medico.
Però nessuno mai ha dimenticato la sua prodezza quel pomeriggio di 39 anni fa all’Arena: “Sai quante volte ho incontrato per strada tifosi che si congratulavano per quel gol? Mi disse una volta”. Dopo quella rete nacque un club col suo nome e gli ultrà confezionarono uno maxi striscione “22 aprile 1979” che accompagno il Livorno in casa e in trasferta per moltissimi anni. Del resto il Livorno quella volta aveva perso in casa la partita d’andata con rete di Barbana, dunque voleva il riscatto, anche se non era facile perché il Pisa, che poi fu promosso in serie B, era davvero forte e si avvaleva di giocatori come Rapalini, Miele, Barbana, Cannata, Di Prete, con Ciappi in porta. Però anche il Livorno non era male davvero con Tacconi in porta, Azzali, Tormen, Mucci, Cappelletti, Mondello, Zottoli Urban, Aristei. Tant’è che l’anno successivo sfiorarono la serie B.
Ma ricordo anche che Vitulano andava fiero di altri gol segnati al Pisa, per lui forse anche più belli di quello più famoso, come la doppietta dell’anno precedente in casa. Pisa in vantaggio con Cannata, poi nella ripresa prima firma il pari (68’), poi il 2-1 (86’) su rigore, con il Livorno _ 16 aprile 1978 _ che aveva avuto il portiere Castellini espulso e in porta Burgnich aveva mandato la mezz’ala Vernacchia. Mentre il 21 novembre 1976, undicesima giornata, Miguel mise un altro sigillo: botta al 40’ dopo un assist di Mondello, Pisa sconfitto di misura.
Eh, già. Facce da derby, prodezze lontane ma ancora vive nella nostra memoria. Come vivo nella memoria abbiamo ancora lui, Miguel, persona perbene, gentile, tollerante, coerente. A dispetto di quei baffi da pistolero dei film western. Lui spietato diventava solo in campo, specialmente nei derby col Pisa. Ci manchi Miguel!
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